Quella pedalata in Mountain bike

DI CARLO MINGIARDI

Ci vediamo domani mattina alle 8 al solito posto, non faccio nomi ma c’era sempre il solito ritardatario che con la solita scusa paracula un quarto d’ora di sonno in più se la faceva sempre.

Soliti convenevoli, solite risate e prese per i fondelli per l’ultima tutina sfoggiata, ultime regolazioni del sellino, controlli vari… “ cavoli,… mi sono scordato la borraccia…’’ e via partenza per il giro impegnativo che ci aspettava, un misto sterrato asfalto parecchio impegnativo che come tappa di arrivo era Allumiere.

Durante l’avvicinamento alla fase più impegnativa tutti e quattro in fila indiana cercando di rompere il fiato e nel frattempo discussioni sulle ultime novità del mondo bike, pareri contrastanti, consigli vari sul rapporto da usare, chiacchiere da ciclista insomma.

Inizia il primo sterrato della Farnesiana, salita di media difficoltà con la speranza di non incappare nel solito gregge di pecore dove ti sbucano fuori all’improvviso quattro maremmani incazzati neri, meno male questa volta l’abbiamo scampata bella, ma comunque con noi abbiamo San Francesco (Roberto) che ci ha salvato più di una volta.

I tafani rompi scatole che non ti danno tregua arrivano nella zona più ombreggiata e allora dagli sotto più che puoi, finisce lo sterrato e arriva la zona asfaltata, una salita dalla pendenza assurda che il Mortirolo a confronto è una passeggiata.

Mimmo e Roberto scappano via, ma loro hanno la gamba potente Duilio ed io, arranchiamo come meglio possiamo, ogni curva una maledizione, rossi paonazzi come due peperoni, la bava alla bocca, però non gliela diamo vinta costi quel che costi avanti tutta sempre.

All’arrivo al paesello tappa obbligatoria al solito baretto, cappuccino e cornetto, solite prese per i fondelli, risate spensierate ma grande soddisfazione per l’impresa appena compiuta, ci infiliamo il foglio di giornale sotto la maglietta e via ci buttiamo in discesa per gli ultimi 20 km, sguardo al conta chilometri 50, 60, 70.

Ogni curva una piega sempre più spregiudicata di quella precedente, concentrati, con l’aria che ti schiaffeggia le guance, finalmente l’arrivo, stanchi, esausti, sudati come che, ma felici, si proprio felici, perché quelli sono stati proprio bei momenti.

“ Ciao ragazzi, ci vediamo dopodomani, andiamo a fare i ripetitori, ok, ok, ciao belli….’’

Immagine tratta dal web

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