DI ELENA SCARPELLO
La mia giovinezza è stata splendida e portatrice di ricordi accorati.
In estate, dalla città dove abitavo, mi spostavo in un paesino di montagna dove mia nonna mi accoglieva con tutto l’ amore di cui fosse capace.
Al mattino andavamo in campagna per governare le galline e raccogliere la frutta e gli ortaggi nell’ orto.
A volte mia nonna faceva il pane, quello buono e profumato.
Appena sfornato, me ne dava una fetta con un po’ d’ olio d’ oliva nostrano.
Di pomeriggio, facevamo passeggiate sulla strada principale, che portava al paese, dove incontravamo le amiche di nonna e anche ragazzine come me, con le quali giocavo e chiacchieravo.
In quel contesto un giorno lo vidi.
Era bellissimo!
Un ragazzo di età più grande della mia.
Ho amato, con innocenza, tutto di lui, dal primo istante.
I suoi capelli ricciuti, gli occhi neri e profondi, la bocca rossa e carnosa, la sua pelle calda e profumata di giovinezza.
Ci incontrammo una sola volta, forse due, di nascosto e qualcuno vide il casto bacio che lui mi posò, trepidante, sulle labbra.
Mia nonna fu subito informata e le dissero che in paese ero diventata oggetto di maldicenze.
Ella, Immediatamente, avvisò i miei genitori, che vennero a prendermi per portarmi a casa.
Mia mamma mi fece una strana domanda:”Tu lo ami?”
Vergognosa, le risposi di no.
Intanto ascoltavo, fino allo spasimo, un disco con una bellissima canzone d’ amore che lui mi aveva regalato.
Non lo vidi mai più perché mia nonna non mi portò più al paese, in estate, ma nella sua casa in città.
Quanto dolore!
Il mio cuore rimase spezzato per lungo tempo.
Dopo qualche anno, seppi che il mio antico amore aveva preso una brutta strada ed era stato arrestato.
Piansi per tanto tempo, alla notte, così nessuno poteva vedermi
Povero amore mio
Immagine tratta da Pixabay
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