Radio Story: quando le radio libere nascevano come funghi

di Enzo Mauri (speaker radiofonico)

Fra i motivi che permisero il dilagare delle emittenti quando tutto ebbe inizio, la facilità nel reperire l’attrezzatura necessaria e il relativo investimento economico. La modulazione di frequenza si presentava sufficientemente ampia (dagli 88 ai 104 mhz c’era parecchio spazio) sgombra, con la prerogativa di offrire una migliore qualità sonora rispetto alle onde medie.

Al momento non era possibile superare la soglia dei 104 mhz, sebbene qualche radio lo facesse come vedremo, perché si riteneva che i segnali interferissero con le frequenze aeronautiche. Le prime emittenti possedevano tutte, o quasi, le medesime caratteristiche tecniche: un trasmettitore militare riadattato disponibile in qualsiasi mercatino dell’usato, due giradischi portati da casa, un mixer artigianale, una piastra di registrazione a cassette o nel migliore dei casi a bobine, l’immancabile microfono.
Le sedi erano le più disparate: soffitte, cantine, appartamenti veri e propri con la scarsa attrezzatura collocata in camera da letto o in cucina, non di rado capitava che davanti ai microfoni nell’arco della giornata sfilassero intere famiglie. Il fenomeno interessò anche il movimento cattolico, le chiese destinarono alcuni locali alle stazioni radio valutando quella nuova mania come utile strumento d’aggregazione.
Una volta che l’onda d’urto si propagò in tutta la sua veemenza favorita da una quasi totale mancanza di regole, nel FM scoppiò il caos, le emittenti nascevano come funghi, bastava spostarsi di pochi chilometri per perdere il segnale di una e ricevere quello di un’altra che magari trasmetteva sulla stessa frequenza, disturbando le trasmissioni della prima.
Facile come in un simile contesto, entrasse in vigore la legge del più forte: le radio con trasmettitori più potenti ebbero la meglio sulle deboli, il turn over era pressoché’ continuo.
Nei primi mesi dopo la sentenza del 28 luglio se ne contavano sul territorio nazionale già 150, secondo un’indagine Rai a inizio ’76 erano diventate 580, durante il 1977 da 1000 si era passati a oltre 1500 emittenti censite, alla fine del 1978 il numero aveva raggiunto quota 2686 un anno dopo erano gia’3275.
Un sondaggio del Ministero delle Poste indica in 4200 le emittenti attive sul territorio nazionale nel 1984.

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