Renato Guttuso, Eruzione dell’Etna

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Per Renato Guttuso, pittore di Bagheria, l’Etna è qualcosa di più di un compagno in terra di Sicilia: egli ama definirlo una metafora delle passioni umane, in cui il rosso della lava si accompagna a un sentimento di angoscia e paura.

Eppure l’incredibile potenza del suo spettacolo naturale soggioga e attira chi ha la possibilità di assistervi, e ogni volta in tanti si spingono, per quanto possibile, fin sulle pendici del vulcano.

Guttuso desidera riuscire a cogliere questa straordinaria mescolanza di fascino e forza che domina gli spettatori, e decide di farlo realizzando una tela di grandi dimensioni – 2×2.30 m. – in cui rappresenta, nelle stesse parole del sito dedicato alla Fondazione in suo onore, un paesaggio trasfigurato in una sorta di visione infernale.

L’incredibile lingua di fuoco, racchiusa entro una cornice di roccia nera lavica, letteralmente pietrifica i quattro individui presenti, le cui semplici sagome nere, colte di spalle, in modo da trascinare lo stesso osservatore nell’immagine, mostrano l’attonito stupore di una visione al contempo sublime e terrificante.

Arroccate su di una roccia, ricordano, secondo un noto parallelismo, il Viandante sul mare di nebbia, di Caspar David Friedrich, immortale capolavoro che, da sempre, intriga l’immaginario collettivo.

Non è del resto l’unica volta che l’artista siciliano tratta l’argomento, già affrontato in un altro celebre dipinto, Fuga dall’Etna, realizzato intorno al 1940, in cui, curiosamente, il vulcano non è presente, al contrario l’artista coglie l’espressivo disagio dei protagonisti, tanto che il quadro viene spesso paragonato a Guernica, capolavoro di Pablo Picasso, entrambi permeati da un vortice di emozioni in cui dolore e concitazione dominano drammaticamente la scena.

A rafforzare il contesto del dipinto di Guttuso, l’utilizzo dei forti cromatismi che sottolineano agitazione e disperazione; quella caratteristica volontà di utilizzare il colore in guisa di strumento emozionante ed emozionale ben presente anche nell’opera proposta.

E non è nemmeno l’unica volta in cui Guttuso si cimenta direttamente con l’eruzione, tanto che ripropone il medesimo soggetto in un’altra opera, sempre realizzata nel 1983, intitolata Tre persone che guardano l’Etna, un olio su tela di dimensioni più contenute – 55×65 cm. – ma non per questo meno coinvolgente.

Quest’ultimo dipinto, visivamente molto simile a Eruzione dell’Etna, racchiude però una piccola curiosità: le tre persone rappresentate, tra le quali una coppia, appaiono meno atterrite al cospetto del dirompente fiume di lava, tanto che uno degli uomini ha le mani in tasca, mentre l’altro indica alla sua compagna un punto del paesaggio in cui si trovano immersi.

La figura della coppia, in particolare, è stata ripresa da Cosetta Gardini e Giuseppe Tolo per la copertina dell’album Bàss Paradis, dei Mau Mau, anch’essa ambientata su di un versante vulcanico, la cui scabra superficie appare punteggiata di vistosi limoni.

Un’immagine di forte attaccamento alla terra, in cui la coppia al centro, specularmente rispetto al quadro di Guttuso, vede la donna indicare al compagno una direzione simile…

Renato Guttuso 1911 – 1987
Eruzione dell’Etna (1983)
Olio su tela (200 x 230 cm)
Palermo – Pinacoteca Villa Zito

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