DI SILVANA PINTO
RESILIENZA:
capacità dell’individuo di adattarsi in maniera positiva ad una condizione negativa e traumatica.
La resilienza è quella capacità che l’individuo mette in atto quando si trova ad affrontare una situazione negativa e destabilizzante durante il corso della propria vita.
Tutto ciò che accade nel cammino imprevedibile della nostra esistenza spesso ci mette davanti a degli eventi che incidono pesantemente sul nostro benessere psicofisico, alterando lo stato emozionale e personale. Un trauma, un lutto, una delusione importante, un evento negativo arrivano spesso come dei terremoti che scuotono letteralmente il nostro “status”.
Quando ciò accade come ci comportiamo?
E’ chiaro che nella fase iniziale siamo tormentati e invasi dal dolore e dalla sofferenza e ci crogioliamo nella apparente “confort zone” perdendo il senso di noi stessi. Ci rabbuiamo, pervasi dallo sconforto e da una invadente depressione che lentamente e pericolosamente ci fagocita.
-Cosa fare per uscire da questo status altamente tossico e distruttivo?
Considerare il dolore un’ inevitabile componente della vita, quindi è inutile nasconderlo dietro comportamenti lesivi ma lasciarlo scorrere perché prima o poi finirà.
– Da cosa dipende la fine ?
Dal nostro atteggiamento, da come noi ci poniamo di fronte ad esso.
La cosa più corretta da fare non è concentrarsi sul problema ma sulla giusta modalità per risolverlo e pian piano superarlo.
– Come possiamo farlo?
Mettendo in atto una strategia di coping, dirottando il nostro essere su qualcosa che ci allontani da questo status e ci avvicini a pensieri diversi, costruttivi e più ottimisti.
Ricordiamo sempre che noi siamo una fonte inesauribile di possibilità, capacità, innovazione e rinascita.
Se scaviamo nel profondo troveremo sicuramente qualcosa che risiede nella parte inconscia e che dobbiamo tirar fuori per far sì che si possa materializzare.
Di seguito alcuni esempi: velleità, desideri, sogni, obiettivi, sono tutte qualità che possono portare ad un rinnovamento di noi stessi con conseguente presa di coscienza delle nostre capacità.
– Cosa succede se mettiamo in atto questo meccanismo di coping?
Guarderemo quel dolore come una spinta, per assurdo la nostra guarigione si concretizza proprio grazie ad esso.
Il dolore insegna a migliorare quella parte di noi, a volte a far uscire quella parte di noi a noi stessi sconosciuta.
Il dolore non si dimentica ma viene sostituito dalla forza e dalla voglia di cambiare e di rimetterci in sesto, dando il meglio di noi.
È importantissimo focalizzare l’attenzione sulle nostre attitudini, su ciò che possediamo e sfruttare al meglio ogni nostra piccola risorsa.
Mi riservo dal dire che tutto ciò sia facile, e non esiste una bacchetta magica che possa far arrivare il cambiamento, siamo noi, con i nostri giusti tempi e sforzi, anche con i giusti cedimenti che ci fanno sì cadere ma poi rialzare, che abbiamo il dovere di auto salvarci con una gran dose di autostima e di fiducia in noi stessi.
Concludo ricordandovi che la perla si costruisce dalla sofferenza. Siamo tutte ostriche che trasformano il dolore in qualcosa di raro…
Immagine tratta dal web
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