Riflessione di fine anno

DI PINA COLITTA

Un augurio per il nuovo anno, dal passato al presente…

“Un possibile augurio per me, per transitare in questo “novello” anno, potrebbe essere quello di
condividere vissuti con altre persone care, ma soprattutto in linea con il nostro sentire: parlare,
raccontarsi e comunicare…

Sì, condividere sempre le nostre emozioni non potrebbe forse, e dico forse, consentire di superare quel sentimento di solitudine, che alimenta
ulteriormente la tristezza?
Un altro possibile augurio per me potrebbe essere quello di fare qualcosa per gli altri e pensare a chi sta peggio di noi…
Quelle persone potrebbero diventare persone a noi care; potrebbero diventare persone alle quali potremmo tenerci, con le quali vorremmo
condividere un momento felice.

Cercare di stare insieme, fare un piccolo gesto gentile nei loro confronti, farli sentire amati ed apprezzati così come vorremmo esserlo noi.
GUARDARCI ANCORA PIÙ INTORNO. Come festa della solidarietà che spinge tutti noi a donare il proprio “preziosissimo” tempo in particolare a chi è meno fortunato.
Abbiamo un anno per organizzarci ed essere utili ad altri! Ci aiuterà a distogliere tutta l’attenzione
dai problemi personali e a sperimentare emozioni positive…”

Ecco, ho riportato nell’incipit il mio augurio dello scorso anno. Rileggendolo, ho appurato, con gioia, di essere stata fedele a ciò che ho scritto e di aver cercato di rispettare questi buoni propositi, con cura e coerenza.

Ora, detto questo, perdonatemi se aggiungo a questa riflessione del passato una mia riflessione, oggi, che rispecchia ciò che sono, trasparente, diretta e per niente “piaciona”, con frasi di circostanza e di auguri che inneggiano alla bontà, alla pace, alla felicità universale …

Credetemi, non intendo essere cinica nel dire che non amo le cose ovvie, né recitare ciò che tutti vorremmo sentirci dire, ma soddisfo il mio bisogno di essere coerente con il mio pensiero e con il mio “esistere” a cui sono molto affezionata!

Ora vado a raccontarvi il mio trascorso anno!

Un anno di vuoti, distanze e definizione di nuove frontiere …

Un anno in cui ho compreso di voler bene a persone che non credevo di poter apprezzare e ho iniziato il percorso doloroso di smettere di amarne altre, che non credevo di poter dimenticare.

Ho fatto bilanci e ho cercato di far quadrare i conti, valutando benefici e costi e allora ho tirato le somme con amicizie che si sono rivelate più piccole di ciò che erano.

Ho approfondito ciò che ho sempre compreso: donare amore; principalmente perché se ne sente il bisogno e non perché si appaga il desiderio di essere ricambiati.

Ho compreso e ne ho fatto il mio “credo”, che soltanto sulla reciprocità si fondano i rapporti più autentici.

Ho dovuto con fatica conquistare la sana consapevolezza che ci sono legami i quali, se difesi così a lungo, poi quando finiscono possono portarsi appresso persino i “resti” del ricordo.

E mai avrei immaginato potessero lasciarmi addosso nient’altro che tracce impercettibili.

Ho visto, incontrato e imparato a osservare che ci sono persone che si credono più di ciò che sono e che questa alta considerazione di sé, non permette loro di riconoscere i propri limiti, né di provare a modificarli, in un cambiamento di rinascita.

Persone che hanno suscitato in me “compassionevole misericordia” osservando quanto si riempiono la vita di forme effimere.

Li ho osservati, come poveri di spirito, perché pensano che la forma, possa coprire i buchi dell’essenza.

Oggi so con certezza, che i miei difetti coincidono esattamente con i miei pregi e questo grazie ad un meraviglioso cammino di riscoperta di me stessa.

E’ stato molto faticoso ma ho imparato da quale parte guardare e quale parte di me mettere in luce.

E, insistendo giorno dopo giorno, senza scoraggiarmi, finalmente, alla fine, mi sono guardata dal lato migliore, quello che mi dava il permesso di amarmi.

Ho osservato, con sguardo attento l’ipocrisia di alcuni e la superbia di altri.

Ciò, inizialmente ha portato in me tanta malinconia, ma poi mi ha guidata verso un’appagante liberazione!
Ho iniziato il faticoso cammino che si accinge a compiere chi comprende quanto nessuno cambia davvero se non ha una motivazione forte, ma soprattutto che spesso l’amore non rappresenta affatto una motivazione.

Ho fatto in modo di offrire la mia incondizionata disponibilità a coloro che ho conosciuto in passato, ma anche a persone, conosciute da poco, che mi hanno donato, in maniera incondizionata, la loro attenzione e da loro ho imparato ad essere totalmente me stessa e migliore.

Eccolo, il mio anno che sta finendo: sempre ricco di ogni emozione possibile, in compagnia della mia sfacciata sensibilità.

E si… Perché non me ne può fregare di meno se essere sensibile fa soffrire!

Al mio desiderio, che si avveri per me nel nuovo anno in arrivo, ci sto lavorando da un bel po’ ed ora lo so qual è l’augurio che mi voglio fare: vivere nel cuore, i cui battiti devono solo segnare il tempo dell’amore, dato e ricevuto, ma in un corpo che si veste di reciprocità.

E concludo questa mia riflessione di fine anno con un augurio sentito di tanto bene, a tutti coloro che mi leggono con stima e affetto, attenti al senso e significato del mio dire…

Auguri sinceri vanno anche a chi mi legge di “nascosto”, e non per discrezione, ma solo perché non è in grado di riconoscere le qualità e virtù altrui seguendo il mantra “tu sai fare, io non so fare e neanche tu devi fare!

Eppure riconoscer le qualità altrui, cogliendone la gioia è il più bel dono che possiamo fare a noi stessi, coltivando la vera relazione e reciprocità.

Chiedo scusa per la mia franchezza, ma se così’ non fosse non me lo perdonerei e soprattutto non mi amerei abbastanza!

Buon anno a noi!

“Le grandi anime hanno la volontà, le deboli non hanno che dei propositi.”
Proverbio.

Immagine tratta da Pixabay

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