Ritornano i mostri?

DI FABIO BORLENGHI

 

 

Mi spiace guastare l’atmosfera idilliaca, quasi paradisiaca, che in questi giorni pervade l’intero nostro paese, conseguenza della ritrovata rotta della motonave Italia.

Al momento giusto, manco fosse stato programmato…(!?), è arrivato l’ennesimo salvatore della patria, il prof. Mario Draghi, senz’altro persona seria e di alta professionalità oltre che lodevole, dal mio punto di vista, perché non perde tempo con i social media.

Tuttavia governare questo paese è impresa tutt’altro che facile e soprattutto la classe politica che lo rappresenta è sempre quella di ieri, quindi…

Ora, in questo ritrovato clima positivo, succede che, sulla scia dell’enorme disponibilità economica dovuta al Recovery plan, probabile vero motivo dell’acchetamento momentaneo del pollaio politico, si riaffaccino vecchie ombre del passato, rispondenti al mai sconfitto vizio di rapinare l’ambiente naturale, per mero interesse di pochi, con opere infrastrutturali di scarsa utilità, se non inutili.

Mi riferisco, per esempio, al progetto, recentemente venuto alla luce, che prevede la realizzazione di una strada a due corsie, in Abruzzo, che colleghi l’altopiano delle cinque miglia con l’autostrada A25 nei pressi di Ortona dei Marsi.

Il percorso di questa strada inizia presso la Montagna Spaccata all’interno della bellissima Foresta Demaniale di Chiarano Sparvera per poi salire fino al suo crinale e di qui, con una galleria di oltre 2,4 Km, passare da Bocca di Chiarano alla Valle di Jovana, zone bellissime e di alta valenza wilderness, a ridosso del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Dalla valle di Jovana la strada proseguirebbe fino a Scanno per poi continuare fino a Villalago dove, poco prima dell’abitato, un’altra galleria e viadotti per oltre 4 km porterebbero nelle vicinanze di Ortona dei Marsi fino a un nuovo svincolo sull’A25 a Carrito. Bello vero?

L’opera, proposta dalla DCM Alto Sangro, organizzazione che si occupa di sviluppo turistico, e da UNCEM (Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani) costerebbe 750 milioni di euro (!).

Chi conosce quei luoghi non può che inorridire pensando allo sfascio conseguente e alla grave perdita di naturalità e tutto questo per migliorare l’accesso all’alto Sangro in termini di viabilità, onde aumentarne i flussi turistici, come se non esistesse già un turismo di qualità che visita quelle località reputandole meravigliose proprio per come sono ora, con le strade e le infrastrutture ricettive esistenti.

Guai a massificare il turismo dove la bellezza della natura è ancora vincente! Le orde umane lasciamole agli stadi di calcio o alle spiagge estive di ferragosto dove il turismo è una catena di montaggio.

Negli anni ’60 del secolo scorso accanto a grandi opere oggettivamente utili per il paese, prima fra tutte l’autostrada del sole A1 (Milano-Roma), numerosi progetti, veri e propri mostri.., furono portati a termine soprattutto nelle zone montane, sventrando con le mine costoni di valli interne, colpevoli solo di essere percorse da piccoli stradini in terra battuta, poi trasformati in strade di penetrazione spesso inutili all’uomo e dannose all’ambiente naturale.

Siamo a un bivio storico importante per il futuro del nostro paese. La pioggia di soldi che sta per sommergerci potrebbe tramutarsi in un danno irreversibile per la conservazione del nostro patrimonio naturale, soprattutto della biodiversità, attraverso opere mostruose che servono esclusivamente a inseguire l’idea di un falso sviluppo per il sistema paese, e in questo scenario va annoverata anche la possibile prossima colata eolica sul paesaggio italiano.

Salvaguardare l’ambiente non è solo curare l’acqua, l’aria e i rifiuti, come purtroppo alcuni responsabili dell’ambientalismo all’italiana vanno divulgando, anche dopo aver indottrinato il nuovo capo del governo.

Tutti siamo chiamati a dare un contributo, almeno di presa di coscienza, in questo momento così critico.
Speriamo bene…

scrignodipandora
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