Roma: alla scoperta dei Presepi romani

di Lamberto Funghi

Il periodo natalizio è il migliore per scoprire un volto nuovo e non sempre conosciuto di Roma, visitando i tanti presepi tradizionali presenti nelle chiese della città di Roma.

 

L’albero di Natale è bello solo quando è finito e quando si possono accendere le luci,

il presepe invece no, il presepe è bello sempre, quando lo fai o addirittura quando lo pensi.”

(Luciano De Crescenzo – Artista e Filosofo napoletano)

Tradizionalmente l’invenzione del Presepio è attribuita a San Francesco che nella notte di natale del 1223 realizzò a Greccio (Ri) la prima rappresentazione della nascita di Gesù nella magica notte di Betlemme.

 

Una rappresentazione volta a raccontare ed a “far vedere” un Dio incarnato nell’umile e povera realtà umana e quindi nella storia e nel cuore di ogni uomo a prescindere dalla sua condizione morale, sociale, economica.

 

L’intuizione di San Francesco era “raccontare” l’arrivo di Dio nella storia di ogni singolo uomo e quindi tradizionalmente nella realizzazione di ogni Presepio non è importante l’estetica o la rispondenza ai racconti evangelici, ma il proprio “vissuto” personale, che si trasforma in un tocco unico che rende ogni presepio diverso da tutti gli altri, come sanno bene i bambini che molte volte inseriscono tra i personaggi del presepio i propri giocattoli preferiti…

 

Allora in questi giorni di festa perché non fare una bella passeggiata alla scoperta dei presepi realizzati in molte chiese e piazze delle nostre città?

Noi Giroviaggiatori lo abbiamo fatto a Roma, dove, nella Basilica di Santa Maria Maggiore è conservato anche il più antico Presepe in ceramica, realizzato nel 1291 da Arnolfo di Cambio. Il Presepio si compone di otto statuette: la Madonna col Bambino al centro, san Giuseppe appoggiato al bastone, le teste dell’asino e del bue, i tre Magi, dei quali uno inginocchiato, e sono oggi ospitate all’interno del Museo della Basilica. Sotto l’altare maggiore è invece custodita la reliquia in argento della Mangiatoia dove, secondo la tradizione, fu deposto Gesù bambino.

Santa Maria Maggiore: Presepe di Arnolfo di Cambio

La passeggiata che vi proponiamo parte però da Piazza del Popolo, facilmente raggiungibile con la Metro A, e percorre tutta via del Corso, dove si trovano alcune importanti chiese romane, dotate di Presepi artistici di scuola romana e napoletana.

Santa Maria del Popolo

E’ la chiesa principale di Piazza del Popolo, subito accanto a Porta Flaminia, per secoli la porta di accesso più importante di Roma. Quì si arrivava dalle vie Cassia e Flaminia, tradizionali vie di collegamento con la Francia ed il nord italia, e per questa porta passavano Re ed Imperatori che venivano a Roma per farsi incoronare dal Papa.

 

A Santa Maria del Popolo non troverete un presepio vero e proprio ma una cappella in cui il Pinturicchio ha dipinto una propria versione artistica della natività, adorata da San Girolamo, a cui la cappella è dedicata. Pur non trattandosi di presepi, non si può lasciare la chiesa senza aver visitato la Cappella Cerasi, che custodisce due magnifiche opere del Caravaggio: la Conversione di San Paolo e la Crocifissione di San Pietro

 

San Giacomo in Augusta

Vi consigliamo quindi una sosta a San Giacomo in Augusta, lungo Via del Corso, con il suo antico presepio di scuola napoletana

La struttura iniziale era una piccola cappella dedicata a San Giacomo apostolo costruita dalla famiglia Colonna nell’anno 1347, attigua Ospedale di San Giacomo in Augusta, dalla sua vicinanza al Mausoleo di Augusto, e dedicato al ricovero dei malati di malattie non curabili negli altri ospedali romani. La posizione dell’ospedale fu scelta in base alla funzionalità del luogo, così vicino alla “Porta Flaminia” dalla quale entravano a Roma tanti pellegrini, provenienti dalle vie Cassia e Flaminia, bisognosi di cure dopo il lungo viaggio

Il presepe napoletano, secondo tradizione, si caratterizza per lo sfarzo, la spettacolarità, l’affollamento di figure, l’ambientazione urbana, la riproduzione di scene molto elaborate, tanto che ogni personaggio ha un suo ruolo e significato.

San Carlo al Corso

A poca distanza dalla precedente, sempre lungo Via del Corso, questa chiesa è dedicata a Sant’Ambrogio, patrono di Milano ed a San Carlo Borromeo. Tradizionalmente era la “Chiesa nazionale dei lombardi” che vi gestivano anche alcune confraternite per l’aiuto dei bisognosi. Non ci stupisca questo titolo di chiesa “lumbard“, infatti fino all’unità d’Italia ogni comunità “straniera” presente a Roma aveva una sua Chiesa nazionale. Ma non essendo ancora unita l’Italia avevano una propria chiesa “nazionale” non solo francesi, portoghesi e spagnoli ma anche lombardi, fiorentini, siciliani, ecc.

All’interno di San Carlo al Corso potrete ammirare un presepio di scuola romana. Contrariamente ai ricchi ed affollati presepi di scuola napoletana, i presepi romani sono caratterizzati da un numero limitato di personaggi e dalla presenza nel paesaggio di scorci della campagna romana con pini domestici e olivi, casali rustici, locande di campagna e rovine romane di acquedotti e resti monumentali.

Dalla seconda metà del Novecento, all’ambientazione tradizionale si affianca la riproduzione di zone della Roma sparita attraverso la riproduzione di scorci di Trastevere o del Rione Monti.

 

San Marcello al Corso

Proseguendo la passeggiata lungo via del Corso, verso Piazza Venezia, consigliamo una sosta a San Marcello al Corso che ospita da anni un bellissimo presepio, realizzato dal noto presepista romano Gian Domenico Renzi e ambientato quest’anno in un tipico borgo antico italiano.

 

La chiesa fondata nel IV secolo da papa Marcello I, fu ricostruita dopo un incendio devastante, a partire dal 1519, da Jacopo Sansovino, poi sostituito da Antonio da Sangallo il Giovane. Al suo interno, oltre al presepio, conserva un crocifisso ligneo di scuola quattrocentesca, tradizionalmente ritenuto miracoloso per aver salvato più volte i rioni di Roma dalla peste ed utilizzato anche da Papa Francesco durante l’ultima pandemia.

Santa Maria in Aracoeli

Salutato il tradizionale albero di Natale, allestito dal Comune di Roma a Piazza Venezia, la nostra passeggiata finisce alla Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, davanti alla statua del “Pupo Santo”, come viene tradizionalmente chiamato a Roma il Bambinello dell’Ara Coeli, realizzato con legno della terra santa, alla fine del quattrocento da un frate francescano.

La leggenda vuole che la basilica sia stata costruita dopo una miracolosa apparizione in cielo della Madonna, che si sarebbe manifestata all’imperatore Augusto con un bambino in braccio.

Secondo le tradizioni romane era a lui che i bambini, fino a prima della seconda guerra mondiale, scrivevano le letterine di Natale ed ancora oggi, se visitate la cappellina a lui dedicata, troverete due o tre cestini piene di letterine natalizie provenienti dai bambini di tutto il mondo.

 

Il “Pupo Santo” dell’Ara Coeli era venerato dai romani per le guarigioni miracolose di malati gravi. Tradizionalmente veniva portato dai frati a casa dei malati, con una carrozza dedicata, per conoscerne la sorte. Se le labbra del “pupo” rimanevano bianche per il malato non c’era speranza, se si arrossavano la guarigione era sicura e gioia e speranza erano i veri regali di Natale, per quella casa.

Nel giorno dell’Epifania il Bambinello diveniva protagonista di una grande benedizione, impartita dall’alto della scalinata, ed era così amato e venerato a Roma, che quando usciva per visitare un malato aveva la precedenza su qualsiasi altra carrozza o evento avesse incontrato sulla sua strada. Si racconta che durante il fascismo, in almeno un paio di occasioni, anche Mussolini dovette sospendere un suo discorso da Palazzo Venezia, per far passare tra la folla assiepata sotto il famoso balcone, la macchina che trasportava il “Pupo Santo” a casa di un malato…

Piazza San Pietro

Naturalmente non possiamo completare il nostro racconto, senza consigliarvi una deviazione del vostro percorso verso Piazza San Pietro, dove ogni anno vengono allestiti Albero e Presepio.

Il Presepio 2022 a Piazza San Pietro

Per questo 2022 il presepe proveniente da Sutrio, in provincia di Udine, è composto da opere scolpite a mano da artisti e artigiani del legno attivi da decenni in questo piccolo borgo montano del Friuli. L’ispirazione degli scultori è la cura per i valori etici e spirituali e la vicinanza agli ultimi promossi da Papa Francesco, durante tutto il suo Pontificato.

Oltre alla visita al Presepio di Piazza San Pietro, nelle tradizioni natalizie romane, è inserita anche la partecipazione dei bambini romani alla “Benedizione del Bambinello“, che si svolge la terza domenica di Avvento e nella quale, il Papa benedice le statuine di Gesù bambino che nella notte del 24 dicembre vengono deposte nel presepio di ciascuna famiglia romana.

Lamberto Funghi per Giroviaggiandoblog

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