Saman Abbas non è una vittima. E’ il faro che squarcia l’ipocrisia del “volemose bene”

di Carla Vistarini

Saman Abbas non è una vittima. E’ un eroe. Saman è il coraggio fatto persona. Ne parlavo giorni fa, per prima forse, e forse unica, in questo panorama timido (eufemismo) in cui nessuno parla più apertamente, per paura, paura di cosa? Di dire la verità? di non essere considerati “progressisti”? di uscire dal coro delle ipocrisie fasulle create ad arte per giustificare il caos, che appare ormai ingestibile, di un mondo che perde i suoi principi e valori pezzo a pezzo e sacrifica al denaro e al potere, di pochi, pochissimi, il bello e il buono che secoli, millenni di Storia ci hanno consentito di conquistare?

La Storia è una cosa difficile, è piena di contraddizioni e passi falsi, ma alla fine ne fa sempre uno in avanti, di passo. La Storia è maestra di vita, se ricordiamo, se conosciamo da dove veniamo e quanto sia costato a noi e ai nostri padri il buono che oggi abbiamo: la libertà, la democrazia, la pace. Certo potrebbero essere migliori, tutte queste cose, ma intanto le abbiamo.

Confonderle con principi imposti ad arte senza raziocinio, anzi con l’unico raziocinio di chi o cosa ne trarrà immensi benefici biecamente finanziari e di querulo e tragico potere, è una follia che costituisce uno di quei passi indietro nella Storia che per recuperare e farne uno avanti ci vorranno decenni, forse secoli.

Saman è l’epitome di una tragedia complessiva nella quale stiamo precipitando tutti, accompagnati per mano, per frusta o per carota, da domatori insaziabili e senza scrupoli che ci vogliono fare credere che le differenze non esistono. Le differenze esistono. Prenderne atto e trarne il buono, se c’è, o respingerne il cattivo, se c’è, è quanto dobbiamo a quella cosa meravigliosa che si chiama vita. Vita che va vissuta nel diritto alla felicità e al rispetto.

Tutto ciò che li nega è male.

La forza e la dignità con cui ha vissuto la sua breve vita Saman Abbas, questa giovanissima ragazza, cercando la libertà, lottando contro pregiudizi, cecità, integralismo e sopraffazione, ne fanno non una vittima, ma un eroe limpido e coraggioso e restano un faro, per tutti, nel buio.

Un faro che riduce a microbi i suoi assassini, quelli effettivi e i mandanti, che sono molti di più e hanno le forme a volte persino pseudoautorevoli di tizi che pontificano da qualche scranno pubblico. Saman è il faro che squarcia l’ipocrisia del “volemose bene” a tutti i costi e illumina la miseria di grotteschi “codici d’onore”, malati, insensati, inumani.

Addio bellissima ragazzina indipendente, forte e coraggiosa.

*Immagine corriere.it

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