Sardegna, non c’è nulla di ‘naturale’ in questa calamità

Lo chiamano stato di calamità naturale e già questo termine suona come una presa in giro.

La mia terra si è trasformata in un deserto.

Un deserto di incuria, di incolto, di trascuratezza, di spazi abbandonati alle sterpaglie arse dal sole, lasciate in mano al fato, ai piromani, all’ignoranza e alla cattiveria.

Un deserto di migliaia di persone impaurite e disperate, in ginocchio davanti al loro Dio a pregare per la pioggia, a luglio, in Sardegna, nel 2021.

“Etta abba Gesù Cristu, etta! Ite ses aisettende! Azuda fitzos tuos!”

“Fai piovere, Gesù Cristo, cosa aspetti? Aiuta i tuoi figli!”

Ma qui è già deserto e il vento forte, di Scirocco e Maestrale, non sono una novità, un fenomeno avverso né un cambiamento climatico.

Qui Scirocco e Maestrale sono la normalità, almeno quanto le decine di chilometri di spopolamento e i terreni incolti, almeno quanto le casse vuote dei Comuni, che dovrebbero occuparsi di pulire campagne e sottobosco.

Almeno quanto l’insufficiente pattugliamento di territori sconfinati e poco presidiati.

Almeno quanto gli incendi, che sono la bastarda normalità che ogni bambino di quest’Isola impara a riconoscere sin da piccolo, prima ancora della scrittura, dall’odore acre, dal colore infame che lasciano sulla terra di Sardegna, dal rumore terrificante di sirene e mezzi aerei che sorvolano i nostri Paesi, dal pianto del vicino a cui non è rimasto più niente, dalla mano ustionata del pastore, dalle grida inumane di pecore, cavalli, maiali e lepri.

E nel frattempo che arrivano due miseri Canadair dalla Francia e altri due da chissà dove, noi stiamo già piangendo le lacrime dell’ennesima distruzione, delle famiglie sul lastrico, dei centri abitati circondati e distrutti da fiamme e paura.

Mentre squilla il telefono in piena notte.

“Mamma, come state? Com’è la situazione da noi?”.

E sapete, non è giusto per niente.

Non c’è nulla di naturale in questa calamità.

Non è un terremoto o uno tsunami, nulla di estemporaneo o imprevedibile o divino.

È tutto maledettamente più semplice e bastardo.

E finché non ci sarà un vero Piano Marshall, che metta in campo ogni azione necessaria per contrastare all’origine queste sciagure, non ci sarà scampo per la mia terra né per le coscienze di chi doveva fare e di nuovo non ha fatto.

Dal livello più basso, coloro che non si occupano di pulire nemmeno la loro campagna o il loro uliveto, al livello più criminale, coloro che bruciano la loro stessa madre, al livello più elevato, Regione, Stato e Unione Europea, coloro che avrebbero dovuto pretendere e agire, attrezzare la Sardegna delle risorse e degli strumenti che servono per prevenire e combattere l’inferno.

Ti amo terra mia e della loro solidarietà ce ne facciamo davvero poco o nulla.

Non meritavi questo sfregio, non meriti questo deserto.

E ancora fischia il vento e la paura non passa.

*Immagine tratta da Cagliaripad

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