Scelta e desiderio

DI MARINA AGOSTINACCHIO

 

Scelta e Desiderio… ” I desideri nascono dai bisogni e dirigono l’essere umano ad effettuare delle scelte”.
Se pensiamo che desiderare deriva dal latino “desidero”, a sua volta composto dal prefisso “de-” e “sidus, sideris” (‘stella’) -La mancanza delle stelle- riusciamo a connettere la mancanza di qualcosa o di una persona, anelate, alla spinta per il loro raggiungimento partendo da un vuoto.

E’ proprio il bisogno di quello che manca che ci induce ad agire in un senso o nell’altro.
Giacomo Leopardi fa del desiderio il centro di tutta l’inquietudine e della forza dello spirito; Freud aveva affermato che “Tra il principio di piacere e quello di realtà bisogna trovare un equilibrio” e che l’isteria e la nevrosi femminili sorgevano per la repressione degli istinti sessuali. Diceva, inoltre, molto chiaramente, che la civiltà comporta sempre una repressione degli istinti: tra il principio di piacere e quello di realtà bisogna trovare un equilibrio.

Ma scegliere in base ai propri desideri cosa comporta?
I processi decisionali, quelli che emergono da un atteggiamento razionale o dall’ inconscio, credo costituiscano uno dei cardini per la costruzione della persona. Del resto è fervido il dibattito, relativo a indagini di studio tra neuroscienziati. Esso riguarda la scelta come frutto di una riflessione razionale o suggerita invece da forze deterministiche che sfuggono ad essa stessa. Alcuni tra questi studiosi, infatti, ci dicono che la mente è governata dal cervello, altri da processi inconsci automatici, altri ancora ci parlano di un’interazione fra la parte razionale di noi e la parte emozionale; l’opposizione sarebbe tra Intelletto ed emozione, ragione-e sentimento.

Scegliere non è semplice, nelle piccole e nelle grandi situazioni della vita. Desiderio e scelta conseguente sono i due poli su cui oscilla perpetuamente il nostro agire.
La scelta esprime la volontà come riflesso dell’io cosciente consapevole, calato nel contesto della micro-storia e della macro-storia che ci appartiene come esseri itineranti di un periodo epocale preciso.
Emozioni e/o sentimenti sarebbero responsabili per una scelta, indicherebbero la strada opzionale giusta alla coscienza. Ma cosa vuole dire strada opzionale giusta? Quella vantaggiosa e non avversa. Insomma il nostro Io sarebbe guidato nel processo decisionale.

L’uomo e il Desiderio
Desiderare da una parte, tendere alla concretizzazione di un desiderio dall’altra: una perpetua tenzone di difficile risoluzione. A volte, in questa contesa, l’asticella tra una meta e un suo oltre si sposta continuamente.

Succede, però, quando si raggiunge l’ambito traguardo desiderato, che quello che pareva l’impossibile desiderante perda di vigore e che la spinta iniziale, motore del nostro agire paiono offuscarsi. Perché, a vedere bene, esiste sempre uno iato, una separazione, tra ideale e realtà.

In questo susseguirsi di azioni consapevoli ed emozioni, indirizzate a una scelta, ecco che potrebbe entrare in gioco la memoria, elemento ulteriore che compare nel nostro quadro d’indagine finalizzato a una libera decisione. La memoria è la nicchia dei ricordi, emersi e richiamati dalla coscienza, quasi automaticamente. Spesso i ricordi per noi sacri e granitici “Sono, per la maggior parte dei loro contenuti, dei falsi”.

Così, come avviene per i desideri, Il nostro Io, è artefice di una storia “coerente” , circoscritta in un equilibrio tra verità oggettiva e immaginazione, “giudizi e pregiudizi”, spazio e tempo.
Scegliere bene con consapevolezza richiede dei processi mentali ponderati e noi sappiamo che in un mondo sempre più social e interconnesso, le risposte siano rapide, non permettano indugi, ripensamenti, approfondimenti, come richiederebbe una scelta etica.

Infatti, la dimensione morale che comporta una decisione rientra nel quadro di quei processi di funzionamento della mente che rivendicano necessità di tempo.
La rapidità di deliberazione tra opzioni contrapposte spesso porta a considerare l’alternativa scartata come un ipotetico nemico, “il male”, a cui dobbiamo attribuire un volto; inoltre le valutazioni in merito a ciò che è meglio per sé stessi sono dettate da istinto di paura di ciò che non si conosce e da cui si vogliono prendere le distanze.

E in quanto a ciò, sembra che entri in gioco la parte “aurorale” della mente che ha bisogno di immaginare un ” cattivo” causa del male e che bisogna per questo combattere.
E i ragazzi di fronte alle scelte?
I giovani spesso appaiono disorientati, non sanno mettere a fuoco di preciso cosa desiderano. Persino di fronte a quelle che appaiono barriere proibitive quasi del tutto cadute, essi manifestano un atteggiamento “annaspante”; ad esempio, capita anche in ambito sessuale, allorché si rivelano impazienti di trovare la propria identità, ricorrendo a scelte celeri e cercando di riconoscersi tra opzioni plurime.

Così avviene anche nel campo della produzione di ” cose” di fronte a cui sono, e con loro noi pure, in difficoltà; Il mercato offre mille articoli di ogni tipo e uno scegliere riferito a cosa sia davvero alla base, non di una necessità, ma di un desiderio, diviene davvero una corsa ad ostacoli.
“Cosa voglio comprare?” vale di più che ” Cosa posso comprare”.
Ciò è quanto accade anche riguardo della scelta della scuola superiore. Mi sono trovata come insegnante ad assistere a casi di vera e propria insicurezza da parte di alunni di terza media che, avendo davanti a sé un ventaglio veramente ricco di opzioni, non sapevano cosa scegliere. Il desiderio di proseguire gli studi in un tipo di scuola calzante con interessi e risultati personali si frammentava tra mille scelte. Da lì si generavano insicurezze in bilico tra spavento e inerzia.

Quello che pareva ovvio e immediato diveniva oscuro e sconosciuto.
Così il desiderio di qualcosa che nasce da un impulso immediato viene a perdere le proprie coordinate, liquefacendosi in un paesaggio di incertezze.
Quindi, se è vero che esistono desideri umani e realtà, se è vero che è tangibile l’impossibilità di farli coincidere con essa, è pur vero che dovremmo educare alla pazienza e alla sconfitta le generazioni più giovani.

Immagine tratta dal web

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