DI SALVATORE SALERNO
Chiudere le scuole (in gran parte già chiuse per ordinanze di Presidenti Regioni, Sindaci, parzialmente o interamente da dirigenti scolastici), seguendo i dati territoriali del contagio e con serietà, fine dell’aumento al 75% della dad senza alcun senso. Nelle superiori chiusura al 100% e 100% di didattica a distanza, chiusura totale di tutte le scuole di ogni ordine e grado nelle grandi città dove si supera il 10% di positivi rispetto al numero dei tamponi.
Mantenimento della didattica in presenza per i gradi inferiori, dall’infanzia alla secondaria di primo grado, aumentando organici, spazi, riducendo alunni per classe, pretendendo la sicurezza dalla medicina territoriale governata dalle Regioni, trasporti aumentati e scaglionati che funzionino senza sovraffollamento. Solo nei piccoli centri, dove e fino a quando sarà possibile.
Il resto sono chiacchiere e disquisizioni che non ci possiamo permettere, non siamo la Germania o la Francia e anche loro hanno aperto e chiuso il giorno dopo per i dati di diffusione del contagio e assenza di alunni e studenti.
Non c’è tempo da perdere.
Nessuno si permetta di sostenere che questa richiesta venga dai docenti o che sia conveniente per loro. E’ dimostrato che durante il lockdown i docenti hanno lavorato di più, con più fatica e ovvi minori risultati. Si faccia tutto il possibile per evitare di escludere chi non ha mezzi o connessione per la didattica a distanza, i docenti ci sono, al loro posto di lavoro, per tutti, sempre, non perderanno il contatto con i loro allievi.
Nessun docente vuole la sua scuola chiusa ma ha il diritto, come ragazzi e famiglie, di chiedere la tutela della propria salute e dei suoi contatti, per garantire anche quella dei propri allievi, relative famiglie e contatti (e viceversa). E’ un virus invisibile che si nasconde negli asintomatici che entrano ed escono da qualsiasi luogo chiuso o anche all’aperto senza protezione e distanziamento, finiamola con le scuole “sicure” smentite come tali da decine di migliaia di casi accertati di positivi in ogni angolo d’Italia e, soprattutto, nelle città metropolitane.
Il Paese concentri le sue energie dove è ancora possibile affinché le scuole dell’infanzia e primaria restino aperte, con misurazione della temperature in ingresso, test rapidi a tappeto, maggiore personale ata e docenti, più spazi e classi meno affollate, più mezzi di trasporto e orari scaglionati.
Il Ministero dell’Istruzione non ha nessuna competenza per intervenire o voler tenere aperte le scuole, non può mai avere tracciamento se non burocratico e sfalsato (o falsato) per i tempi che non sono compatibili con la velocità di diffusione del virus, è ridicolo fare dichiarazioni su dati dall’11 al 18 ottobre, gli unici disponibili, non può intervenire su dati scientifici e sanitari. Fermare il concorso straordinario inutile e dannoso. Per il governo è il Ministero della Salute, il Presidente del Consiglio che devono decidere e in fretta. Dovranno decidere sulla base dei dati territoriali che non sono uguali in ogni Regione o all’interno di ciascuna Regione, non sono uguali per piccoli e grandi centri, non sono uguali per l’efficienza di sanità regionale e trasporti locali, quella è la scommessa affinché la scuola contribuisca a fermare la diffusione del contagio e non sia invece partecipe al suo incremento.

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