Come volevasi dimostrare la classe docente ora si aggiudica il premio di “fancazzari”, termine infelice, in voga da un po’ nel campo politico con norme e normine pur di declassarci.
Un anno che ha segnato non poco la nostra categoria presa di mira sempre più da chi invece dovrebbe sostenerci.
La scuola e i docenti in primis non si sono risparmiati affatto, non siamo abituati al guadagno facile e non lo abbiamo fatto neanche in tempi COVID19.
Ma c’è un premio a quanto pare da parte dello stato, dell’Inps in merito alla malattia del docente in questo periodo con specifica dettagliata di come e in che modo contrai il virus.
Ebbene se lo contrai a scuola lo stato ti paga la degenza a casa, viceversa no e bla bla bla…
Bene, vorrei capire come si fa, viste lei miriadi di asintomatici che magari abbiamo nelle classi, come si fa a fare questa distinzione!
La gente che non svolge questo lavoro e si è vista senza il proprio, ha fatto talmente tante polemiche sui vari social da far giungere a questa conclusione anche i nostri governanti.
Molte di queste persone però sono anche fra quelli privati che non pagano tasse o evadono da esse, perché non statali, dove tutto ti viene tolto direttamente in busta paga.
Noi che paghiamo pure l’aria, non possiamo ammalarci a quanto pare e bisogna stare attenti a come ci si ammala, perché questo fa una bella differenza.
Mi vergogno di appartenere a questo popolo dove vige sempre più il detto ” mors tua, vita mea”; sono disgustata da taluni soggetti: i veri fancazzari forse, sono loro!
Gente che ha talmente tanta tristezza in cuore per le loro sventure che va in giro a «sputtanare» chi non merita rendendoli ancora più poveri.
La differenza sta nel fatto che noi statali però non arrotondiamo col RDC, mentre i criticatori seriali che hanno dovuto fermare la loro attività hanno percepito il reddito lamentandosi! ( Reddito pagato da chi? Fatevele due domande).
Magari sotto sotto hanno continuato anche a lavorare.
E allora mi domando preoccupatissima, perché sono sicura che è così, ma in che mani siamo?
Siamo in mano a «fantocci» che per emanare leggi o decreti prendono in giro qua e là e spunti da gente che non è mai stata nella scuola e che non sa che il lavoro attuale di un docente è immane!
Partiamo dall’uso di ogni mezzo di comunicazione, dal sapersi districare in piattaforme o cose varie, dall’avere contatti con famiglie, associazioni, enti pubblici e tant’altro.
Al lavoro in presenza o a distanza in questo periodo che si è triplicato e nonostante il contratto scaduto da tempo, non ci siamo sottratti mai!
Lezioni virtuali, compiti da inviare e da ricevere, correzioni e attenzione a quelli più fragili che non sanno fare e chiedono aiuto, quindi ti presti per un’altra videolezione.
Monitoraggio e report da inviare alla segreteria scolastica che a sua volta invierà al MIUR;
programmazioni settimanali, annuali, vista che si perde restando attaccate ad uno schermo per ore, per non parlare dello stress mentale.
Condivisione del lavoro con colleghi, riunioni a distanza da casa, perché ora è meglio non assembrarci, noi docenti di istituti comprensivi che siamo in tanti… però poi ci sono genitori che mandano i figli in palestre affollate e senza le adeguate protezioni, roba da pazzi.
Beh mi sono stancata pure di scrivere che il tempo è divenuto ancora più prezioso!
Ed ora fate una cosa, odiateci ancor di più, sarà la nostra forza.
Queste tabelle sono irritanti oltre che vergognose.
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