Scuola. Umiliati e offesi da un decreto che nessuno ha discusso

di Salvatore Salerno

Sciopero generale unitario della Scuola e manifestazione a Roma contro il decreto killer del ministro Bianchi.

Ma che sia preparato a dovere con il primo corso di formazione davvero indispensabile per docenti e Ata. Quello sui diritti e la dignità professionale, la libertà di insegnamento, la chiusura immediata del contratto 2019/2021 scaduto per la parte economica, nuova indennità di vacanza contrattuale 2022/2024 allineata all’inflazione reale e nuova piattaforma sindacale per il contratto triennale 2022/2024 su parte economica e normativa.

Gravissimo avere saltato la scadenza triennale come ai tempi di Monti e Tremonti.

Il corso di formazione territoriale, da tenere in ogni scuola, deve essere a cura dei dirigenti sindacali e RSU appena elette, senza accademici e presunti formatori.

L’obiettivo è informare sulle finalità dello sciopero generale e su come continuare per ridurre al silenzio i Bianchi e i Gavosto, impedire che invalsi, indire, fondazione Agnelli/Elkann, ocse Pisa, Anp, continuino a dominare su offese a studenti e docenti italiani, dati manipolati e indottrinamenti nella formazione mirata e orientata.

Finire di adattare la scuola al lavoro che non c’è comunque e attribuire alla scuola tutti i mali di una società diseguale per colpa di chi ha governato e governa. Non far passare il decrreto in Parlamento così come è provocatoriamente scritto.

Non può scioperare nessuno se non conosce almeno il suo contratto di lavoro, la funzione delle rappresentanze sindacali, i modi legali di protestare.

Succede invece nella categoria della scuola e non si può più ignorare.

In attesa di un Ministro Istruzione che abbia il consenso di chi a scuola ci lavora, fermare il decreto entro i 60 giorni dando mandato ai dirigenti sindacali di darsi da fare con le forze politiche, i gruppi parlamentari, il Governo e il suo Presidente Draghi secondo il quale è tutto economia e risparmio.

Tutto vano se lo sciopero generale finisce come negli ultimi tempi, percentuali ridicole che consentono al Ministro di fare quello che vuole.

Non c’è altro modo invece per fermare la deriva della scuola pubblica, riportarla nella Costituzione, avere riconoscimento sociale ed economico (le due cose vanno insieme), recuperare una lotta di dignità contro la 107 renziana e il suo proseguire indisturbata.

Non c’è da inventare improbabili proteste in altri modi per giustificare la non partecipazione allo sciopero generale, intanto si ricomincia da lì, a seguire si scateni la fantasia per continuare.

Il decreto reclutamento che è una schifezza per il percorso a ostacoli e oneroso previsto contiene una parte che riguarda tutti, precari e di ruolo, fino alla pensione, con la premialità della raccolta punti, la divisione fra docenti di serie A e B, alla fine il risparmio economico sui diritti fondamentali costituzionali come è anche quello dell’Istruzione. Ma anche soldi per scuola di alta formazione, enti accreditati, Università e gente senza mestiere che pretende di insegnare un mestiere a chi lo sa già fare.

Non esistono assunzioni sbandierate dei 74mila, neanche il turn over, organico sempre quello con relative classi pollaio.

Per questo, prima della data di uno sciopero generale ci vuole questo lavoro di informazione e preparazione.

I dirigenti sindacali ad ogni livello sapranno farsene carico?

Sapranno lasciare per qualche settimana i confronti sordi e inutili di viale Trastevere dove un Ministro che risponde ad altri interessi, che non ha nulla da perdere in politica, se la ride e propina sermoni ogni giorno?

Se si vuole che docenti e ata non si arrendano bisogna che non si arrendano anche i dirigenti sindacali, la politica che si ricorda di chi a scuola ci lavora solo alla vigilia delle elezioni per poi puntualmente disattendere le aspettative.

Questo non è più chiaro e visibile da molti anni.

I miliardi di euro per la formazione dal PNRR, voluti dall’Italia non dall’Europa, devono cambiare destinazione entro le date previste, più soldi per la scuola e istruzione per non peggiorarla, docenti e ata non possono consentire questo enorme spreco di risorse per formazione o scuola estiva, devono convincersi a scioperare e convincere anche le famiglie alla solidarietà affinchè non si realizzi che il più forte si divida la torta a suo modo.

Che anche il bilancio dello Stato possa liberare proprie risorse per un trattamento economico dignitoso, l’aumento indispensabile di stipendi e salari.

Per il bene comune non dei pochi.

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