DI PAOLA DI GREGORIO
Con il dolore non bisogna avere fretta
perché a furia di desiderare che il dolore passi,
poi rischio di passare io.
E allora io attendo, spalanco tutte le porte
e lo faccio accomodare.
Lui di solito urla forte,
ma se lo guardo bene in faccia
dopo un po’ si tranquillizza.
Mi bisbiglia che il mio destino
è scritto nel mio nome,
nel giorno e nel luogo della mia nascita,
nelle persone e nei lavori che ho perso,
è in tutto ciò che non ho scelto.
La mia vita proviene dal grembo
che mi ha generato,
anche quello non sono io ad averlo scelto,
mi è capitato.
Sento che lì io sto tornando.
Io sono in quell’abisso,
è questo il senso di ogni addio.
Sono in quel grido affamato d’amore
con cui mio padre e mia madre
mi hanno chiamato.
Immagine tratta da Pixabay
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