L’azienda era già stata condannata per condotta antisindacale a seguito di numerosi provvedimenti mirati contro gli iscritti alla Flai-Cgil Nazionale.
A sua volta, l’ex amministratore, che ha segnalato il “furto”, era stato destituito perché il suo comportamento aveva portato l’azienda ad una condanna per discriminazione e nella registrazione di un colloquio con i lavoratori extracomunitari si era definito fascista e si era lasciato andare a frasi come “tu magnavi le cavallette e oggi stai qua” o “con i comunisti non voglio avere niente a che fare, con la feccia non mi sporco”.
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