Sindrome pre-mestruale: parliamone di più e vergogniamoci di meno

di Claudia Aru

Oggi vi parlo di un disturbo comunissimo ma che, per mille ragioni, non si dichiara, si nasconde un po’ ci si vergogna, e siccome io non me ne vergogno, ne voglio parare:
la sindrome pre-mestruale.
Ve ne parlo perché la sto vivendo in questo momento e queste temperature la stanno aggravando togliendomi, letteralmente, la voglia di vivere.

Di cosa si tratta? E’ uno stato di malessere che cambia da persona a persona ma, generalmente, è caratterizzato da sintomi che di solito compaiono da 7 a 10 giorni prima dell’inizio del flusso e vanno dalla depressione alla tensione mammaria, dal mal di testa al gonfiore addominale, eccesso di appetito, dolore alla gamba sinistra ( è un dolore riflesso dell’utero) e, soprattutto: instabilità del comportamento caratterizzato da pianto e riso a volte incontrollabili.
Questo succede ogni maledetto mese e si acuisce in estate quando il caldo eccessivo, aggrava di molto la situazione.
Andare a lavorare è tosta, io, personalmente, non esco di casa senza antidolorifici perchè se mi arriva il dolore, non connetto, e non c’è posizione che mi dia sollievo: serve il farmaco.
Poi sì, mi vedete allegra saltare sul palco, ma mi costa, moltissimo.
A volte guardo le foto e penso: ” se solo sapeste come stavo in realtà!”
A stimolare la necessità di questo scritto sono state due cose:
La prima è la dichiarazione di Benedetta Pilato, una giovanissima campionessa del nuoto che all’indomani della sua vittoria dell’oro conquistato recentemente a Budapest, ha dichiarato: “ma si potrà dire che gli uomini ai Mondiali o alle Olimpiadi devono essere in forma e poi dipende tutto da loro, mentre noi abbiamo condizioni fisiche che non possiamo controllare e che certe volte ci destabilizzano?”
Caspita se lo puoi dire Benedetta! E grazie per averlo fatto perché finalmente un pò se ne parla!
Che dire poi della polemica delle tenniste sull’assurda imposizione del bianco assoluto nelle divise a Wimbledon.
Il dibattito è iniziato con un tweet seccato di Monica Puig, medaglia d’ oro ai Giochi di Rio che recita: “Bene, aggiungiamo allo stress di un grande avvenimento pure l’ansia per il bianco, atlete che pregano di non avere le mestruazioni nei giorni in cui si gioca per colpa del dress code”.
Il bianco è un problema? Sì, assolutamente sì e non è secondario perché influisce sulla psicologia delle atlete col ciclo, pesantemente.
L’altro aspetto che mi ha fatto riflettere moltissimo, è il congedo mestruale di tre giorni concesso in Spagna per le donne con disturbi invalidanti. Il congedo viene accordato solo davanti a oggettive situazioni di disagio certificate dal medico.
E’ una grande legge di civiltà, mi ha commosso leggerla perché ho pensato a tutte quelle volte che, piegata dal dolore, gonfia come una mongolfiera, con le “maglie da ciclo”, ovvero maglie apposite abbondanti atte a nascondere i miei gonfiori eccessivi, sensibile come il cristallo, affamata come un lupo mannaro e trascinandomi la gamba sinistra, sono comunque andata a fare il mio dovere.
Sogno che anche qui si possa arrivare a una conquista del genere anche se la vedo in salita … visto il costo ancora agghiacciante degli assorbenti e una società che ancora non dice “mestruazioni” ma “le tue cose” come se ci si debba anche vergognare.
Ma la speranza è l’ultima a morire e io ci spero e ne parlo.

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