DI CLAUDIA ARU
Ogni volta che fate una battuta sul peso di una persona, contate fino a 100 e, se non basta, fino a 1000, sapete perché?
Perché non sapete mai cosa ci sia dietro un aumento o una perdita di peso, mai, e tantomeno sapete quanto a quella persona addolori quel cambio nel suo aspetto.
Vi dico questa cosa perché io per prima bisticcio con la bilancia da tutta la vita, ho 12 kg che metto e tolgo a seconda del periodo, dello stress e tutto il resto.
Ho passato periodi terribili della mia vita in cui ero più magra del solito e i più vedevano la mia taglia 40 e non i miei occhi spenti e periodi in cui la taglia era la 46, avevo appena finito la stagione ed ero pesante ma felice, e i più vedevano solo il peso ferendomi nel profondo con battute che fanno ridere solo gli imbecilli o chi non deve lottare con gli sbalzi di peso.
Quindi, no, ancora non mi sono abituata e soffro per chi ironizza su qualcosa che per me è fonte di frustrazione e siamo tanti, tantissimi, magri e cicciotti, perché in questa società dell’apparenza conta molto più la taglia del sorriso.
E io lo trovo agghiacciante.
Ma io ho le spalle larghe e vado avanti, altre persone si chiudono, escono meno e trovano ancora più consolazione nel cibo.
Il cibo riempie i vuoti, fa ” compagnia ” nella solitudine, da sollievo istantaneo, salvo farti cadere in un tunnel di scarsa fiducia in se stessi e voglia di sparire.
Non si scherza su queste cose, non si ironizza su queste cose, capito?
Che ciascuno di noi ha i suoi difetti, solo che a volte sono in testa e allora lì il lavoro è più lungo e faticoso perché noi possiamo sempre dimagrire, per gli altri…
- La leggerezza dei simili - 24 Maggio 2025
- Essere autentici - 24 Maggio 2025
- La musica nella natura - 24 Maggio 2025