DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN
Sofonisba Anguissola è un’artista eccezionale, per quanto la sua fama non possa essere considerata all’altezza delle sue capacità.
Le si riconosce, indubbiamente, un importante ruolo nella pittura rinascimentale, anche se rimane innegabile la penalizzazione subita a causa del maschilismo imperante all’epoca, e perdurante negli anni a seguire.
Lo stile dell’artista viene, fortemente, influenzato da quello del pittore Bernardino Campi, presso la cui bottega si forma. Ne recepisce gli elementi principali, pur traducendoli nell’ambito che ritiene a lei più congeniale: la ritrattistica. Innovativa nelle proprie realizzazioni – i volti risultano straordinariamente somiglianti – e minuziosa nella cura dei dettagli, intraprende una carriera intensa e dinamica, che la vedono, nel 1559, presso la corte di Filippo II di Spagna, il quale la assume in qualità di dama di compagnia ed insegnante di pittura per la giovanissima terza moglie.
È opportuno rilevare come l’eccezionalità della sua carriera, pur basata sul talento, sia stata certamente aiutata dall’attività di promozione da parte del padre, il quale, conscio delle capacità della figlia, non manca di promuoverla presso i maggiori artisti dell’epoca, tra cui il Vasari, che la citerà nelle Vite, e lo stesso Michelangelo che, colpito dalle sue doti, la incoraggerà a realizzare lavori più espressivamente connotati.
Celebre, l’Autoritratto, così come Il ritratto del figlio dell’Imperatore Carlo V, che enunciano visivamente, il suo talento: originalmente espressivo, come non sempre accade nei ritratti ufficiali, corredato dai particolari perfezionisti della gorgiera e dei polsini. I dettagli del ciondolo dorato e delle pieghe del copricapo, connotano l’immagine in senso ufficiale, ma non rigido.
Partita a scacchi, probabilmente il suo dipinto più conosciuto, è autobiografico, e raffigura una scena tratta dalla quotidianità della pittrice in cui appaiono le tre sorelle – Lucia, Minerva ed Europa – oltre alla storica ancella di casa, Lucia, anch’ella parte integrante del nucleo familiare. Nei tempi passati accadeva, non di rado, che alcune persone di servizio, data la continua presenza nelle dimore in cui prestavano la propria preziosa opera, venissero praticamente considerate alla stregua di parenti. Ricordiamo, nel film Indovina chi viene a cena, del 1967, il celebre discorso di Spencer Tracy non viene tenuto finché tutti i componenti della famiglia non sono presenti, e questo ‘tutti’ include Matilde, ‘Tilly’, la governante di colore.
Le tre ragazze giocano a scacchi, ed il momento rappresentato è probabilmente quello finale della partita: quello in cui Lucia, la maggiore, dà scacco alla sorella Minerva, anche se la mossa non è chiarissima in quanto in parte nascosta dai gesti delle protagoniste.
Minerva, da parte sua, fa un cenno con la mano che pare divertire Europa, forse, in realtà, soltanto colpita dall’epilogo del gioco.
Un passatempo evidentemente molto popolare, ed è curioso, al riguardo, notare come proprio a Cremona, la stessa città dell’autrice, era stato attivo uno dei più importanti letterati della prima metà del Cinquecento, Marco Gerolamo Vida, il quale, formatosi a Mantova presso la celebre scuola di Vittorino da Feltre, aveva, in età giovanile, scritto un testo, in seguito tradotto in oltre settanta lingue (sic!), sul gioco degli scacchi – Scacchia Ludus – in cui elogiava i pregi della suddetta attività, nobilitante per la mente e stimolante per l’arte, a testimonianza del legame tra gioco e arte in guisa di divertimento e diletto.
Molto interessante, in merito, il video del professor Claudio Strinati – Sofonisba Anguissola, Partita a scacchi, L’opera del lunedì – di cui consiglio la visione, che propone arguti riferimenti tra il quadro e la miniserie televisiva The Queen’s gambit, che non ha mancato di suscitare apprezzamento, e critiche soprattutto tra gli scacchisti, in cui la protagonista mostra effettivamente una curiosa somiglianza con Sofonisba Anguissola, pur senza corrispondere a nessuna delle campionesse di scacchi realmente esistite, al contrario ricordando la storia dell’americano Bobby Fischer…
Sofonisba Anguissola (1532-1625), Partita a scacchi, 1555, olio su tela, 72×97 cm., Poznan – Museo Nazionale
Immagine: web
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