Solidarietà al popolo palestinese affinché venga garantito un futuro, terra, autodeterminazione, protezione, libertà e dignità

di Michele Piras

Per i nazisti i partigiani erano terroristi, banditen.
E voi ad esempio come reagireste se vi cacciassero da casa vostra, se occupassero i vostri orti e le vigne, se bruciassero i vostri uliveti.

Come vi comportereste se intervenisse l’esercito a “ripulire” un intero quartiere, il vostro, nella vostra città.
Cosa fareste di fronte all’apartheid, alla negazione di ogni singolo diritto umano, di cittadinanza e civile.
Se gli stessi avessero ammazzato vostro figlio, vostra sorella, i vostri genitori per aver provato a difendere ciò che è vostro.
Cosa fareste di fronte all’ingiustizia quotidiana, a orde di fanatici religiosi che aggrediscono i vostri luoghi sacri.
Cosa fareste se vi togliessero l’acqua, il lavoro e ogni singolo miserabile bene che possedete.
Cosa fareste vedendo il vostro bambino di sei anni con le membra squartate, esanime e rantolante in un letto di ospedale o fra le vostre braccia.
Diventereste dei banditen, forse.
Lo chiedo a coloro che, come me, vorrebbero la pace in Palestina.
A coloro che, come me, non odiano gli ebrei, ma nemmeno i musulmani e i cristiani.
A coloro che sono capaci di sentire ogni ingiustizia, commessa contro chiunque, in ogni parte del Mondo.
E lo vorrei chiedere anche a coloro che si affrettano in queste ore a esprimere solidarietà a Israele per i razzi che piovono su Tel Aviv, mentre Gaza brucia sotto il pesante bombardamento di un esercito incomparabilmente meglio armato, superiore, potente.
Che è anche l’esercito dell’occupante, quello dei furti di terra, dell’apartheid, della negazione di ogni diritto, quello che ha squartato le membra di vostro figlio.
Ve lo chiedo, perché sostenere che Israele è sotto attacco terroristico è un modo meschino e squallido di rovesciare la realtà, quella storica e quella dell’ultime settimane.
E il paradosso, in terra di Palestina, è che il maggior impedimento al raggiungimento della pace è proprio Israele.
Io non esprimerò mai solidarietà agli oppressori, tantomeno alla politica del Governo israeliano, ma sempre agli oppressi.
E non lotterò perché l’oppressione continui, pur di sedermi dalla parte del più forte, mentendo in faccia alla Storia, alla cronaca e alla mia coscienza.
E semmai la mia solidarietà va a quegli israeliani coraggiosi e giusti, che anche di fronte alle atrocità del loro governo si battono per una pace giusta e si rendono conto dei crimini commessi contro il popolo palestinese.
Mi batterò perché agli oppressi venga garantito un futuro, terra, autodeterminazione, protezione, libertà e dignità.
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