DI LUCIANA IBI
Sei comparsa così, all’improvviso, dentro a un Sogno nel chiarore del primo mattino, portando con te l’illusione del tuo profumo…
Un sussulto di tenerezza bagnato di lacrime per la tua assenza , mentre le labbra inghiottono ricordi color seppia.
Immagini che scorrono su questo turbolento Febbraio che ruba certezze e abbandona Sentimenti, cacciandoli nella forra di Solitudini latenti.
Sei apparsa, sillabando senza voce il mio nome, togliendo il velo opaco a questi giorni, scrivendo con dita fredde una data sulla mia fronte.
Ed io che non so se sono desta o sono ancora tra le braccia di un Sogno, guardo smarrita la creatura attaccata al tuo seno.
Contro i vetri, una pioggia battente, piano piano si fa musica e, lontana, dolce, ritorna la tua voce.
Una ninna nanna che consola, mentre i miei occhi accettano l’onda prepotente dei ricordi.
Con te ho camminato sull’argine del torrente, imparando il nome di erbe e fiori, mentre raccontavi la tua storia di bambina che offriva mazzetti multicolori a signori, fuori dalla chiesa. Le giovani donne poi, se li appuntavano al seno.
Ritornavi quando il cestino era vuoto, portando a tua madre il ricavato.
” Bada bene – mi dicevi con orgoglio – Non era elemosina, ma compenso per il mio lavoro”
E poi, come un libro dal sentore antico , la pagina gira
…e siamo noi tre bambini e una mamma che ritornano verso casa, mentre il crepuscolo scende veloce, portando lo spolverio della neve.
Il fuoco acceso nella stufa e il palmo della tua mano che toglie veloce le lacrime dagli occhi.
” Mamma che hai ? ”
” …ma niente piccoli miei, è il fumo, ora preparo il caffellatte con il pane, da bravi, preparate il tavolo.”
Un soffio e un’altra pagina si colora di azzurro, di verde, di rosa.
Nell’aria di una solitaria domenica, lo scampanio del campanile lontano.
Tu che racconti a nonna venuta in visita :” È così dura la vita! Lui lavora di notte, parte quando fa buio, indossando la divisa, poi ritorna che spunta il sole.
Mi angoscia questo suo lavoro , di giorno dorme…mi manca… ”
Nonna risponde : ” Il Pane ha la crosta dura, ora non siete più soli, l’Amore tornerà più avanti, quando i bambini saranno cresciuti .”
E poi, un caldo mattino d’estate, le vostre risate, noi bambini, improvvisamente svegli, sull’uscio della camera a guardarvi…
Lui, tuo Marito, nostro Padre che ti faceva girare attorno al tavolo e, con Fierezza, ti metteva tra le mani lo stipendio.
” Questa mattina non dormo, sto con i figli, tu corri, fa’ la spesa e poi ritorna. Vi porto alla locanda a pranzare.
Voglio rivedere quei tuoi occhi pieni di luce e la tua bocca sorridere ancora ”
Gira la pagina e sei una mamma che lavora.
Ti vedo già alzata quando mi sveglio per andare a scuola e, alla sera che lavi i panni, mentre noi andiamo a dormire.
Quanti Sacrifici, le tue mani arrossate, i tuoi sospiri e, se ti guardavamo, i tuoi sorrisi.
Le pagine girano veloci e, sei lì, con i miei figli, a crescerli mentre io ero al lavoro, perché sapevi che i bambini hanno bisogno d’Amore e le nonne lo sanno dare…
Sei lì, seduta accanto al mio letto, a consolarmi, a dirmi che sarei guarita in fretta …
” Mamma a volte non ti ho capita, nè aiutata. Leggevo e sognavo. Mi perdoni? ”
La tua risposta, le tue meravigliose parole, balsamo per il mio Cuore : ” Che dici ? Sei stata la mia bambina, la prima figlia che ho cresciuto…” E poi mi racconti ancora una volta la storia delle tue nozze. La so a memoria mentre concludi :” Ho amato tuo padre sempre, immensamente, fino alla fine, voi siete i frutti di quel bene profondo. Non dimenticarlo ”
” Come potrei, siamo parte di voi ”
Ancora non sapevo che non ci sarebbe stato un altro Febbraio da festeggiare con te…
È per questo che, eterea, sei tornata?
Per ricordarmi che da te sono nata ?
Che’, l’Amore di una Madre non finisce,
semplicemente fluisce, a colmare le paure, le Solitudini
A guarire i dolori
A sorreggere con Forza, ancora una volta i propri Figli.
A te ” Nina”, ” Gnaro” , Mamma
Con Amore
Grazie per essere venuta…
Immagine tratta da Pixabay
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