DI GIOVANNA MULAS
Una notizia può o essere data onestamente o non data; se il tema è duro gli animi dovranno scuotersi comunque, o almeno l’intento dovrebbe essere quello: far riflettere e avviare, tra gli ascoltatori, un confronto realmente critico, interazione. Termine dimenticato, oggi, ‘interazione’, un poco come integrazione; in questa società ingollata dall’individualismo, vomitata e mangiata ancora. Forse, e ripeto Forse, risulta necessario che gli animi si scuotano da nichilismo, indifferenza. Trista vedo la società dove non ci si scandalizza più, dove ci si abitua all’orrore; ecco, significa che si ha saltato la staccionata e si corre alla cieca, confondendo l’ombra, la propria, con un leone inferocito.
Si cerca una meta, forse un confine che possa arrestare la corsa verso l’abisso, che imponga quel ‘basta’ che un uomo, per natura volto al possesso del sempre più e meglio, non può darsi. Confine che non esiste se non in una legge dimenticata anche da quanti la dovrebbero far rispettare. Ci si abitua anche all’orrore, lo si trasforma in normalità per non temerlo, per evitare di affrontarlo: si confonde la realtà, i sentimenti degli altri, con la finzione, col virtuale. Talmente forti sono, oggi, alienazione e stordimento, che è un gioco da ragazzini annoiati il violentare, l’uccidere, o anche il guardare e addirittura riprendere e divulgare, godendone, vittima e carnefice.
Notizia: si può non darla nella sua integrità; basta quel lieve ammiccare all’ascoltatore tipo, il dico e non dico, soprattutto insinuo.
Per quanti come noi giocano con le parole, basta un punto messo al momento giusto affinché tutto il senso di una frase cambi. E’ in questo modo apparentemente innocente, ma assolutamente perverso, che si semina l’odio in ogni casa, ogni giorno, goccia dopo goccia.
Una frase buttata in bocca all’amata protagonista della fiction più seguita ad esempio, e le nostre casalinghe cominceranno a guardare con occhi grati il parroco di quartiere, certamente un buono, o il poliziotto comunque sempre preoccupato del bene della comunità, pure quando ci scappa l’incolpevole morto.
Ma tant’è; siamo uomini.
Oggi le guerre sono mediatiche; personaggi e nazioni si sputtanano ad hoc attraverso i media, si pilotano nei social. Nulla, nulla nell’informazione data in pasto alle masse è lasciato al caso; come in politica, nulla avviene per caso.
E’ così che si semina l’odio nelle famiglie, tra uomini verso uomini uguali e fratelli: attraverso l’indifferenza di una maggioranza ignorante, o semplicemente disinteressata. Accade quotidianamente in Italia e nel mondo, del resto,
nell’incoscienza dei più.
Nulla è meglio, per il padrone, di un popolo ignorante: chi si renderà conto della profonda ignoranza del padrone?
Spegniamo questa tivvù spazzatura amici miei, e accendiamo la coscienza.
*Immagine Pexels
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