Spettri e sensazioni di vuoto

DI ANTONIO MARTONE

 

Accade tante volte. Abbiamo in mente un passato che custodiamo gelosamente. Ne sentiamo l’attrazione irresistibile. Ci avviamo verso di esso per riabbracciarlo.
Grande è la nostra sorpresa quando siamo costretti a prendere atto che quel passato (un luogo, un amore, un affetto, un libro) non esiste più, poiché è diventato ormai un presente.

Quel passato si è trasformato a nostra insaputa. Ha continuato a vivere malgrado la nostra assenza e non è più ormai ciò che noi ricordiamo.
Ci chiediamo allora dove sia, in realtà, quel passato così come lo ricordiamo: forse solo nella nostra mente? È soltanto un fantasma?

Siamo costretti ad ammettere, allora, che il nostro passato non è neppure nella nostra mente: in realtà, anche il passato che crediamo di ricordare porta addosso l’intero carico emotivo di ciò che siamo oggi. Di ciò che siamo diventati!

Di quel passato è rimasto soltanto un fremito, una sensazione di addio, forse di lutto. È rimasta soltanto una fortissima, e a volte insostenibile, sensazione di vuoto!

 

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