Stella, quando si splende con una luce diversa

DI MARIA CAPUTO

 

Nella stazione tutti correvano in direzioni diverse, c’era chi si dirigeva alla metropolitana e proprio lì, in mezzo a quella folla, una vecchietta, soprassedeva, su quegli scalini che gli altri in fretta lasciavano.
Vestita solo del nero della sua desolazione, si atteggiava a barbona, ma il suo bel viso gentile e garbato, la tradiva!
Non chiedeva elemosina, ma ognuno, le lasciava qualcosa, ella ringraziava, gentilmente abbassando lo sguardo, sia per vergogna che per trattenere le lacrime, così sfuggendo ai mille interrogativi dei passanti.
Quel poco che le davano, le bastava per tirare avanti, anzi in cuor suo sperava, sempre di non destare troppa attenzione, aveva un contegno oltre misura.
Spesso, nella sua solitudine, assorta nei suoi pensieri, in mezzo a tanta gente, si faceva delle domande e si dava anche delle risposte: perché era lì? cosa voleva veramente dalla vita?
Prima della sua disavventura, era una persona normale, tutti i suoi problemi erano iniziati da quando aveva perso il lavoro e non riuscendo a rimediare l’affitto, era stata sfrattata.
Si era trovata, così, in mezzo alla strada e dopo vari tentativi, non era riuscita a trovare niente per sostenersi.
Che triste storia quella di Stella, ora, viveva, in quella sua nuova casa, dove ogni giorno, consumava la sua esistenza, ogni sera in un cantone a rimpiangere il suo passato.
Stella, non brillava di tanti colori, ferma sulla sua tinta, splendeva ugualmente, di una luce diversa.

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