Storia de l’U. n° 15: Il ‘paesseggio’ filosofico dell’U.

di Paolo Massimo Rossi

Storia de l’U. n° 15 Il paesseggio filosofico dell’U.
In un pomeriggio avantra(la)ggente, per boschi silenziosi ‘paesseggiava’ l’U. e lì di pié scricchiolando, con suo grande stupore, aveva travisto il sembiante di Popper Karl.

Dopo infidente perplessità, si era fermato per porgere un differente saluto.
Ma Popper: «Ho notato, e la cosa mi è ripiaciuta, che hai abbandonato la frequentazione seriale del principio di verità (che è un’utopia) – cioè che la validità delle affermazioni scientifiche non sono mai verificate induttivamente dal momento che necessiterebbero di un numero infinito di prove – come anche dei miei testi e delle mie teorie che, pure, dicevi di amare molto.»
«È vero, l’U. rispose, ma è che spesso non mi sento all’altezza; ho quasi paura di disturbare, con il solo guardare, la mirabile costruzione di un sistema di proposizioni che mi affascinano, ma per le quali sento dentro di me – accanto a una sorta di doveroso rispetto – anche una inevitabile soggezione.»
«Non è solo questo, è che ti sei invaghito vieppiù delle storielle che scrivi e, seguendo quelle, trascuri il mondo della sofia rigorosa. Senza contare che, in qualche modo, vuoi carpire – adombrando con quel “solo guardare” un superficiale richiamo a un principio di indeterminazione – il mio filosofico sorriso.»
«Essia, riprenderò a frequentare la meditazione speculativa inviandole, di tanto in tanto, dei messaggi nei quali – oltre a ringraziarla per la pazienza e la benevolenza con la quale mi giudica – le comunicherò il progredire dei miei studi.»
P. si allontanò e l’U. ebbe sinanche timore di trattenerlo per la mano per un saluto amicale.
Potrebbe essere un'immagine in bianco e nero raffigurante natura, albero e cielo

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