Storia di vipere e compensi

DI FRANCO FRONZOLI

Nella vita le esperienze sono molteplici alcune serie, ed altre bizzarre, ma ci sono anche quelle utili per la sopravvivenza.

Un tempo, quando le stradine e le mulattiere erano pulite e l’orto era indispensabile per coniugare il pranzo con la cena, così come i conigli e le galline, vi erano sistemi per arrotondare lo stipendio o la pensione, molti non ci crederanno, ma era realmente così.

I miei genitori , erano “ cacciatori di vipere “ , anche se spesso se la dovevano vedere con altri serpenti,  il frustone per esempio.

Succedeva che mia madre venisse chiamata, perché qualche passante aveva scorto una vipera, nei pressi, o nella boscaglia vicina.

Prendeva il solito bastone con un tipo di retina ad una estremità, e con una calma invidiabile,  si recava sul posto.

Portava con se una bottiglia con il collo grande che teneva con una corda legata ad una cintola sul fianco.

Una volta individuata la vipera, prima che fuggisse , la “ accalappiava ” con la retina, poi  con una certa rapidità, la prendeva tra l’indice ed il pollice.

Una volta resa inoffensiva la inseriva nella bottiglia sempre con molta molta cautela.

Il giorno dopo veniva portata nella farmacia del paese vicino, e dopo averla consegnata, riceveva una quota in lire.

La vipera , veniva privata del veleno che serviva a fini medici, prevalentemente per fini di estetica.

Ogni tanto mio padre che aveva lo stesso stile di “ caccia “ incontrava un inoffensivo “ frustone “ ( dal frustare ) , che essendo privo di veleno veniva allontanato.

Un episodio.

Un giorno la vicina, ( Rosetta si chiamava ) arrivò agitata riferendo ai miei genitori che in casa aveva visto una vipera.

Mia madre e mio padre come se avessero ricevuto la notizia che era entrata una “ cavalletta “ , si sono spostati nella casa vicina nella sala munita di camino a legna.

Il compito era più difficile per il solo fatto che le vipere riescono a mimetizzarsi, ma non avendo via di fuga ed essendosi calata dal camino, venne presa e sottoposta alla stessa procedura.

Il giorno dopo in farmacia il compenso in  lire, che venivano messe da parte sino a fine anno che come un salvadanaio, veniva aperto.

Allora le vipere erano … di casa, le castagne erano abbondanti, le galline numerose, i conigli procreavano come conigli, l’orto passava ogni cosa fosse stata coltivata.

Per il latte, quando potevano, praticamente ogni giorno, ci pensavano le due mucche di mia zia Iole, la dea dei “ tortelli “

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