di Michele Piras
Non c’è ombra di pentimento, non c’è alcuna ammissione di responsabilità, alcuna vergogna.
E l’atteggiamento di copertura delle famiglie dei ragazzi chiarisce perfettamente la ragione per la quale si sentono protetti.
E innocenti.
“Per divertimme, Ma”.
Insomma, nulla di male.
Mica hanno stuprato una ragazza, drogata fino alla semi incoscienza, in cinque bestie e per tre infinite ore.
E lei è un’infame, semmai, mica una vittima.
È colpevole la sua famiglia, che le ha dato il permesso di uscire di casa, quella sera di Capodanno.
Il solito, squallido, ribaltamento della realtà, dei fatti.
Una storia agghiacciante, che la dice lunga sulla regressione culturale e morale di questo Paese.
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