Subiaco (RM), antico borgo medievale, tra storia e religione

di Lamberto Funghi

Ad appena 70 km circa da Roma sorge quello che è considerato uno dei più bei borghi d’Italia: è Subiaco, splendida cittadina sita nel cuore della valle del fiume Aniene, alle falde dei Monti Simbruini. Il borgo vanta un patrimonio storico e artistico di grandissimo valore, senza contare che proprio nel suo territorio sorgono due dei monasteri fondati da San Benedetto, gli unici dei 12 originali, rimasti indenni dalla devastazione saracena e alle guerre che si sono succedute nel corso dei secoli.


Cosa vedere a Subiaco

Il termine Sublaceum, da cui deriva Subiaco, significa letteralmente sotto i laghi: è stato lo storico Tacito a indicarlo per definire la domus neroniana di cui ci sono pervenuti i ruderi.

La Villa di Nerone

Si pensa che la città sia nata grazie agli schiavi che lavorarono alla costruzione della stessa villa, anche se prima dei romani ci fu la popolazione italica degli Equi ad abitare questo territorio.

Dovete sapere infatti, che Nerone, prima ancora di far edificare la Domus Aurea a Roma, commissionò questa villa sulle rive dell’Aniene, con l’intenzione di farne una dimora di campagna. Il progetto fu molto ambizioso: creare qualcosa che si integrasse perfettamente con l’ambiente. A questo scopo furono addirittura realizzati ben 3 laghi artificiali (i Simbruina Stagna).

Con il tempo la villa fu abbandonata (probabilmente a causa di un fulmine che vi si abbatté sopra e che fu interpretato da Nerone come un cattivo auspicio) e nel corso degli anni successivi subì il triste processo dell’espoliazione (si prendevano marmi e altri materiali di pregio per utilizzarli su nuove costruzioni) ed oggi rimangono solo dei ruderi.

San Benedetto utilizzò parte delle terme e il ninfeo per edificare uno dei 12 monasteri edificati a Subiaco, l’oratorio dedicato a San Clemente.

Oggi i resti della Domus Neroniana sono visitabili grazie all’associazione ETHEA (www.ethea.org).

A spasso per il centro storico di Subiaco

Il borgo di Subiaco si abbarbica su uno sperone roccioso e il suo centro storico è raggiungibile attraverso il pittoresco Ponte di San Francesco, che dal 1358 si lascia ammirare con la sua unica campata sopra le acque dell’Aniene. Il centro storico ruota attorno alla Rocca Abbaziale, risalente all’XI secolo e restaurata tra il XVI e il XVII secolo: in quella che è stata la dimora dei Borgia dove sono nati anche Cesare e Lucrezia.

La Rocca, costruita con finalità difensive, è visitabile in gran parte, dai giardini con vista sulla Valle dell’Aniene ai raffinati interni decorati con opere realizzate nel XVII secolo: spiccano in particolare l’Appartamento Braschi, il Salone dei Banchetti e l’Appartamento Colonna.

La Rocca ospita anche il MACS, area museale dedicata alla stampa realizzata con caratteri mobili (ne parleremo più avanti, ma sappiate per il momento che la prima stamperia a caratteri mobili italiana fu creata proprio qui a Subiaco).

Alla storia della carta è dedicato anche il Museo della Carta del Borgo dei Cartai, all’interno del quale sono custoditi autentici macchinari per la produzione della carta, in un’atmosfera tipica del XVIII secolo. La cosa più interessante è che nel museo tutti i visitatori diventano mastri cartai, avendo la possibilità di cimentarsi nella produzione di fogli di carta con le proprie mani.

Passeggiando tra i vicoli di Subiaco si incontrano molte chiese, tra le quali la più antica dedicata a Santa Maria della Valle, la neoclassica Chiesa di Sant’Andrea, ricostruita dopo la Seconda Guerra Mondiale da Florestano Di Fausto e, appena fuori dal centro storico, la Chiesa di San Francesco del 1327, dentro la quale si trova una Natività del perugino Pinturicchio.

La Rocca Abbaziale e i Borgia

Abbiamo appena accennato prima alla Rocca Abbaziale, costruzione di fondamentale importanza per tutto il corso della storia di Subiaco. Essa fu edificata nell’XI Secolo dall’Abate Giovanni con lo scopo di controllare tutta la Valle dell’Aniene.

Veniva chiamata l’Abbazia di Subiaco e fu simbolo di potenza e splendore per secoli, fino a quando alcuni eventi catastrofici, 2 terremoti precedenti la peste del 1348, posero fine alla sua centralità.

 

Intorno al 1456 l’abbazia fu data “in commenda” alla famiglia Borgia e proprio qui a Subiaco, nel 1480 nacque la celebre Lucrezia, bellissima dama protagonista di numerosi eventi di portata storica e politica, figlia illegittima di Papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia.

I monasteri benedettini di Subiaco

L’opera di San Benedetto da Norcia qui a Subiaco, ha lasciato tracce indelebili al punto che la cittadina è diventata uno dei centri spirituali più importanti per la Chiesa Cattolica.

Il santo infatti qui, edificò ben 12 Monasteri, dei quali rimangono solo il Monastero di San Benedetto e quello di Santa Scolastica (sorella gemella di San Benedetto stesso).

Il Monastero di Santa Scolastica

Il Monastero di Santa Scolastica risale al 520 d.C. ed è considerato il più antico convento al mondo: fondato dallo stesso San Benedetto da Norcia, il monastero ha tre chiostri gioiello realizzati in epoche diverse. Uno realizzato nel XII secolo in stile cosmatesco, un altro gotico risalente al XIV secolo con splendide arcate acute che ne delimitano il perimetro e infine il chiostro tardo rinascimentale.

 

Curiosità: le colonne di marmo che adornano il chiostro gotico provengono dalla Villa di Nerone.

Visitando il Monastero di Santa Scolastica non si può non ammirare, oltre alla chiesa e allo svettante campanile romanico, la sua Biblioteca dove sono conservati centinaia di incunaboli e manoscritti, sia italiani che provenienti dall’estero.

All’epoca la biblioteca era dotata di uno scriptorium, che stimolò l’arrivo di molti monaci amanuensi da tutte le parti del mondo allora conosciuto.

Proprio in questa biblioteca, grazie all’iniziativa di due seguaci del Gutenberg, nacque la prima tipografia tutta italiana.

Accadde nel 1464, quando i monaci tedeschi Arnold Pannartz e Konrad Sweynheym, portarono una macchina per la stampa nel convento con l’intenzione di aprire una tipografia. Fu la prima in Italia. E sempre qui fu stampato il primo libro nella nostra nazione. A loro si deve anche l’invenzione di un nuovo carattere, chiamato “sublacense”, un carattere romanico arrotondato.

Per molti secoli dunque Subiaco fu la culla della stampa italiana.

A prima vista, il Monastero di Santa Scolastica non restituisce l’immagine di una struttura del 500. La sua facciata infatti è in stile novecentesco. Ma è solo la facciata per l’appunto. Varcata la soglia di ingresso, inizia immediatamente un viaggio indietro nel tempo, a cominciare appunto dai 3 chioschi sopracitati, edificati tra il 1200 e il 1600.

 

La cattedrale invece risale alla seconda metà del 1700, progettata addirittura dall’architetto italiano Giacomo Quarenghi (fu chiamato dalla zarina Caterina II per dei progetti a San Pietroburgo).

Sotto il pavimento della Cattedrale invece troviamo le fondamenta del monastero originale, quello edificato da San Benedetto, che aveva intitolato a San Silvestro. È questo il cuore del Monastero di Santa Scolastica, quello che lo rende speciale ed il più antico del mondo.

Il Monastero di San Benedetto

Il Monastero di San Benedetto si trova addossato a una scenografica parete rocciosa, proprio accanto al monte Taleo, a picco sulla sottostante Valle dell’Aniene. Il Monastero è stato costruito sul luogo dove San Benedetto si ritirò in eremitaggio per tre anni, prima di iniziare l’opera di costruzione dei 12 monasteri.

La stessa grotta, chiamata Sacro Speco, è raggiungibile percorrendo una suggestiva scalinata immersa nel Bosco Sacro.

All’interno del Monastero di San Benedetto si trovano spettacolari affreschi bizantini, altri realizzati nel XIII secolo dal Magister Consulus e affreschi di scuola umbro-marchigiana e senese nella chiesa superiore. Fuori dal monastero, affacciata sul piazzale, sorge una bottega dove si vendono prodotti di erboristeria realizzati dagli stessi monaci.

L’impatto visivo con questo edificio fa emergere un forte senso di stupore nel visitatore. E deve essere stato lo stesso anche per Papa Pio II che lo definì un “nido di rondini” dopo averlo visitato.

Ma Pio II non fu il solo a rimanere meravigliato. Il Petrarca lo descrisse come limen paradisi, ad intendere come questo luogo fosse il giardino d’ingresso per il Paradiso.

E potremmo intendere il giardino del Petrarca con il bosco sacro, quello che ospita il sentiero che conduce al monastero, e che custodisce gelosamente tutta la forte spiritualità dell’ordine dei monaci benedettini.

Tornando per un momento dentro la struttura, evidenziamo il fatto che il percorso, prevede la visita sia della chiesa superiore, che di quella inferiore. Nella prima troviamo numerosi affreschi dedicati alla vita di San Benedetto e alla crocifissione, realizzati dal XIV al XV secolo.

La chiesa inferiore invece è adornata con affreschi del XIV secolo della “scuola popolare romana”, rappresentanti vita e miracoli di San Benedetto. Proprio dalla chiesa inferiore si può accedere alla Cappella di San Gregorio e al Sacro Speco, la grotta del santo.

Durante il percorso si possono ammirare affreschi bizantini dell’VIII secolo e un dipinto particolare di San Francesco, prezioso perché si tratta del suo primo ritratto fedele, realizzato 3 anni prima della sua morte durante la sua visita a Subiaco del 1223.

Il santo viene raffigurato senza aurea, né stigmate in quanto essendo ancora vivo, non era ancora stato proclamato santo. Particolarità, sembra che sia il ritratto più fedele in assoluto del poverello di Assisi.

Il Monastero di San Benedetto è visitabile tuti i giorni dalle 9 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 18:30. L’ingresso è gratuito ma è giusto lasciare qualcosa come segno di riconoscenza e per mantenere il convento in perfetto stato, in maniera tale da poterne godere ancora a lungo anche per le future generazioni. Si consiglia un abbigliamento sobrio, nel rispetto della sacralità del posto. Per le visite guidate, fare riferimento al sito ufficiale.

Questo Monastero fa parte anche delle tappe del cammino religioso intitolato a San Benedetto che inizia da Norcia, luogo di nascita del Santo e termina a Montecassino, dove scrisse la regola dell’ordine Benedettino (i particolari sul sito di questo B&B a Genazzano).

Subiaco: piatti tipici e natura

Dopo aver scoperto le bellezze di Subiaco, si consiglia di aggirarsi nei dintorni di questo splendido borgo, non prima di aver assaggiato le prelibatezze tipiche del luogo, dagli gnocchi frascaregli al ju pappaciuccu a base di pane raffermo e cavolo nero. Dopo aver soddisfatto il palato, non c’è niente di meglio che ristorarsi al fresco presso il Lago di San Benedetto.

Il Lago nasce da un antico allargamento del fiume Aniene e le sue acque turchesi, cinte da bianche rocce calcaree, sono alimentate da una pittoresca cascata immersa nella verdeggiante vegetazione fatta di salici, pioppi, carpini e noccioli. Non lontano da questo angolo di paradiso naturalistico sorgono le vestigia dell’antica Villa di Nerone di cui abbiamo parlato all’inizio di questo articolo.

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