Tatuaggi? Si, ma ma solo se in sicurezza

di Cristina Piloto (biologa/nutrizionista)

Decorare la pelle è una pratica antica, diffusa in tutto il mondo per i motivi più vari: puramente ornamentali, religiosi, o solamente per fini estetici (magari correttivi), o ancora, per imprimere un momento caratterizzante della propria vita in modo indelebile.
I numeri, rilevati da un’indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) in collaborazione con l’IPR marketing su un campione di quasi 8mila persone, indicano che 13 italiani su 100 colorano la propria pelle, circa 7 milioni di persone in tutto.
Il fenomeno è in crescita, soprattutto tra giovani e giovanissimi (per i minorenni serve comunque il consenso dei genitori) e sia medici, sia tatuatori esperti, concordano sul fatto che chi decide di tatuarsi deve essere ben cosciente che è fondamentale riflettere bene prima di procedere, perché se ci si pente tornare indietro è quasi impossibile.

Quindi, una volta presa la decisione di imprimere sulla pelle un ricordo, un’immagine, un disegno o una scritta significativa, è bene prendere le giuste misure di sicurezza e rivolgersi alle persone più competenti.
Innanzitutto, è fondamentale verificare che i locali e le attrezzature siano adeguate dal punto di vista igienico-sanitario.
“Il tatuaggio – spiega Alberto Renzoni dell’Istituto Superiore di Sanità – è l’introduzione intradermica di pigmenti che entrano a contatto con il nostro organismo per sempre e con esso interagiscono e possono comportare rischi e, non raramente, anche reazioni avverse e per questo è fondamentale rivolgersi a centri autorizzati dalle autorità locali, con tatuatori che rispettino quanto prescritto dalle circolari del Ministero della Salute”.
Inoltre “Poiché sottoporsi a un tatuaggio significa introdurre un colorante negli strati più superficiali della pelle – aggiunge Walter Ricciardi, presidente dell’Iss – c’è anche il rischio che batteri possano introdursi e causare problemi. Per questo si devono sempre scegliere centri autorizzati e seguire attentamente le regole igieniche indicate per il dopo-seduta. E, non a caso, è prevista la firma obbligatoria di un consenso informato: se il professionista si impegna a utilizzare materiali a norma e rispettare le leggi sanitarie, a sua volta il cliente deve dichiarare di non avere allergie. Un momento di verifica che non va mai trascurato”.
È bene anche chiedere la composizione degli inchiostri che vengono utilizzati, che devono essere atossici e contenuti in capsule portapigmenti monouso. Evitare di scegliere come zone da tatuare, quelle dove siano presenti nei, e ovviamente assicurarsi che la pelle sia integra e non vi siano lesioni.
Occorre infine monitorare accuratamente il tatuaggio durante il periodo di cicatrizzazione, e anche dopo, per esempio proteggendo bene la parte dall’esposizione solare, usando creme ad alta schermatura. Qualsiasi irritazione, infiammazione, va tenuta sempre sotto controllo medico-dermatologico.
Non trascurare questi aspetti significa evitare danni collaterali, che possono variare da infiammazioni localizzate a infezioni sistemiche, anche molto gravi.
E infine è opportuno non esagerare, limitandoci a qualche disegno o scritta, che ci ricordi magari un evento significativo, facendo sempre riferimento al nostro buon senso e non spingendoci a voler nascondere completamente ciò che contraddistingue meglio la nostra sensibilità: la pelle.
*Immagine Pixabay

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