DI ENZO MAURI
(Speaker radiofonico)
Quanti ricordi legati agli apparecchi di telefonia pubblica!
Il telefono pubblico “prepagato urbano a comando locale” diffuso in vari modelli, era un parallelepipedo con disco frontale nero e sul lato sinistro l’aggancio per la cornetta.
Nella parte superiore si trovava la fessura per il gettone. Prima si telefonava poi alla risposta s’inseriva il gettone per abilitare il microfono. Ogni gettone consentiva cinque minuti di conversazione. I gettoni inseriti non venivano restituiti.
Nel 1964 entrò in servizio il telefono pubblico U+I (Unificato per urbane e interurbane) che coincise con la nascita della Sip (Società Italiana per l’Esercizio Telefonico).
Ispirato ai precedenti modelli, fra le sue caratteristiche c’era la possibilità di inserire più gettoni e di recuperarli, una volta finita la chiamata, premendo un pulsante rosso.
I gettoni in eccedenza finivano in una vaschetta collocata frontalmente. U+I fu il modello che contraddistinse tutti gli anni 70 fino al 1982, a oggi è ricercato dai collezionisti.
Nei primi anni 80 al modello U+I venne affiancato il G+M (Gettone+Moneta) con alcune modifiche rispetto al precedente. Il disco fu sostituito da una tastiera.
Per telefonare si potevano usare sia i gettoni, ormai prossimi all’uscita di scena, sia le monete di diverso formato.
Fu sostituito dal Rotor di colore arancione, dotato di lettore per le schede telefoniche, seguito dal Digito della Telecom Italia, ultimo della serie prima che le cabine telefoniche cadessero in disuso.
Immagine tratta dal web
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