Tra il noi e voi

DI MARIAESTER GRAZIANO

Abbraccio mia madre con le sue mani insaccate dentro il giaccone. Se non le tiene lì dentro potrebbe dimenticarle appoggiate su un davanzale o lasciarle volare se un giorno le capitasse di essere felice per davvero.

Si fa stringere ma non ricambia e mi sento la vergogna di un’emozione. I suoi capelli odorano di lana umida e lacca, sulla cute l’odore di cuscino di flanella, di vita scaduta.

Si fa stringere e insieme a lei abbraccio tutte le donne in noi adultere o sottomesse a un sì, massaie con la lista della spesa sempre uguale e chili di vanillina inutilizzata sulle mensole oppure gitane senza orari di pasti, maleducate, disattente, imprudenti, emotive o anaffettive, difettose o eccessive, a scapicollo sul nulla per mantenersi attive o piagate dalla fissità di una sedia, inconcludenti, incerte, rivoluzionarie o disfattiste, noi così diverse nell’uguaglianza della sorte, noi ricattate dalla normalità, noi silenziate urlatrici, noi costrette agli antidoti placebo del ce la farai, noi senza un cane su cui appoggiare una pena risolta con un umidore di naso, noi che non ce la facciamo a reggere l’ora della merendina o che salviamo porzioni di mondo.

Noi non siamo all’altezza della normalità.
Diverse da voi con cappotti strafatti di fumo e autunni mal digeriti, voi cesellati nell’ordine numerato di sportelli, catene di montaggio, voi autobus targhe dispari e orari mensa.

Tra il noi e il voi a volte c’è solo la differenza di un muro che dal punto di vista del voi pare un’enormità, da quello del noi è carta velina. Tra la nostra pazzia e la vostra normalità c’è solo una breve transumanza di cemento.

Noi e voi ognuno con un proprio recinto, con un proprio perimetro ambulante

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