Mi succede, a volte e da sempre, di sentire due voci che parlano e l’una si sovrappone all’altra.
Parlano insieme, il mio cuore e la mia ragione. L’uno mi sussurra parole dolci, mi invita ad abbandonarmi all’idea di essere amata, di non essere sola, di sentirmi abbracciata e protetta.
L’altra mi urla nelle orecchie che devo smettere di illudermi e sognare, che la mia età impone lucidità e controllo, che devo tenere occhi e orecchie aperte perché ho nemici che non merito, che la solitudine è più reale di quanto io voglia ammettere e che, per quanto amara possa essere, la verità è dentro di me e sono io a non volerla riconoscere.
La verità? Ma qual è? Non ce n’è solo una. Sono tante e gridano, una più forte dell’altra, per far sentire la loro voce.
Io, però, non voglio ascoltare, preferisco non farlo e ci riesco molto bene, ho un allenamento che dura da decenni.
Mi alleno ancora, sono un’atleta molto determinata che ha capito che non c’è altra strada che questa: mostrarsi come vogliono vederti, non turbare nessun equilibrio e, non sia mai, ingenerare in qualcuno un qualsiasi dubbio o l’idea che poteva fare qualcosa per te e non l’ha fatta.
Sarebbe un errore perché, comunque, ti convincerebbe che hai sbagliato tu. Cosa c’è di sbagliato? Nulla, se non fosse per il dolore e per la lotta impari che continua tra cuore e ragione.
E allora prego, spero, leggo, piango, rimpiango, rido e sogno. The show must go on. In ogni caso, per ogni lacrima e per ogni sorriso io sono immensamente grata.
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