Tra sogni e ricordi

DI CARLO MINGIARDI

La scrittura non è magia ma può diventare la porta d’ingresso a quel mondo che sta nascosto dentro di noi. La parola scritta ha la forza di accendere la nostra fantasia e illuminare quello che siamo realmente.

Questo è uno dei piccoli racconti che ho scritto che amo di più, forse perchè mi riporta indietro in quel mondo di bambino che rimpiangiamo tutti, ma soprattutto perchè mi ricorda le persone che ho amato di più in vita mia: mamma e papà.

Sveglia… sveglia……….. sveglia…
no ti prego proprio ora no, tengo gli occhi chiusi serrati come una saracinesca con la speranza di rimanere addormentato, non mi puoi svegliare proprio sul più bello, eppure continuo a sentire quella vocina che mi dice di svegliarmi.

Ero seduto in braccio a mio padre, stavamo nella piccola cucina di casa nostra a Manziana, lui era seduto sulla seggiolina davanti alla stufa a legna e mi stava raccontando la mia favola preferita, quella di Pinocchio.

Ero accoccolato e l’ho guardato rapito con la bocca spalancata strofinandogli l’unghia del dito pollice, e facevo quel viaggio in quel mondo fantastico con il Grillo Parlante, il Gatto e la Volpe, Geppetto, Mangiafuoco, Lucignolo.
Come raccontava le favole lui non lo sapeva fare nessuno.

Ma come faccio ancora a ricordarmi ogni particolare di quel periodo, proprio tutto: la casetta dove abitavamo, al piano terra un soggiorno piccolo e la cucina ancora più piccola e sul retro un giardinetto di pochi mq, al piano di sopra la mia cameretta e la camera dei miei con il bagnetto e un balconcino che affacciava sul giardino.

I colori delle pareti, la disposizione dei mobili, i quadri attaccati alle pareti, uno in particolare che ci aveva regalato lo zio Renato con una barca di pescatori tirata a riva sulla spiaggia con lo sfondo di un mare in tempesta, bellissimo, lo custodisco ancora gelosamente.

Ricordo i vicini di casa, la Alda e Ughetto, la falegnameria dello zio Cencio, il mattatoio che era poco distante e dal quale a volte sentivo provenire dei muggiti di disperazione, mi ha sempre inquietato questa cosa.

Ricordo i profumi, quello meraviglioso delle castagne messe ad abbrustolire sulla stufa.
Ricordo i giochi infiniti con mia cugina Ida, vinceva sempre lei perché era più grande.

Ricordo i natali passati da mia zia Paolina, tutta la famiglia riunita, eravamo una ventina di persone, io Claudio e Ida truccavamo le carte con dei piccoli segni sul retro, lo sapevano tutti eppure ci lasciavano vincere lo stesso.

Ricordo le giornate intere passate da zia Rosa e zio Gino quando non potevo camminare e avevo dei tutori alle gambe per un problema che avevo alle ginocchia, quanto mi hanno tenuto in braccio.

Ricordo mia mamma seduta dietro la macchina da cucire che faceva degli animaletti con il pannolenci con i quali poi giocavo, quanto era bella.

Ricordo ogni tratto del suo volto assorto in quello che stava facendo, era proprio bella. Sveglia… sveglia…. sveglia…

Immagine tratta dal web

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità