«Ultima gara», tra realtà e finzione, il film televisivo diretto da Raoul Bova

DI GIOVANNI BOGANI

Nudo col costume da bagno, all’inseguimento di un’impresa sportiva. O con la tonaca nera abbottonata fino ai piedi, all’inseguimento di un crimine. Si divide così, fra l’acqua azzurrina delle piscine, purificata dal cloro, e quella delle acquasantiere, purificata da Dio, il presente di Raoul Bova.

Ieri sera, in prima televisiva assoluta,  è approdato su Canale 5 “Ultima gara”, il film che Raoul Bova ha diretto – con Marco Renda – e interpretato, insieme a campioni del nuoto come Massimiliano Rosolino, Filippo Magnini, Emiliano Brambilla e Manuel Bortuzzo, la promessa del nuoto che ha perso l’uso delle gambe in seguito a una sparatoria di cui è stato vittima.

Fra realtà e finzione, il film racconta i momenti di svolta nella vita di ciascuno di loro, le sliding doors della loro esistenza.

Ma fra pochi giorni, Raoul Bova sarà sul set di “Don Matteo 13”. La nuova stagione della fiction più celebre, popolare, fortunata della televisione italiana.

L’ingresso dell’attore romano è confermato: il resto abbiamo provato a chiederlo a lui, in un momento di pausa del suo lavoro di questi giorni: presidente di giuria al Festival de la Comédie che si tiene a Monte-Carlo, nel principato di Monaco, con la direzione di Ezio Greggio.

Partiamo da qui: presidente di giuria del festival…
“Già l’idea di essere ad un festival mi dà brividi di gioia, di speranza; ho la pelle d’oca, nel pensare che finalmente il cinema riparte.

E poi mi sto applicando: vedo i film cercando di capire il lavoro enorme di tutti quelli che ci hanno lavorato. Tutti, superficialmente, associamo un film agli attori, o al regista; ma ogni film è una macchina complessa, in cui ognuno è determinante”.

Ieri sera è andato in onda, in prima assoluta, “Ultima gara”. Come lo definirebbe? Un docufilm, una fiction con campioni veri?
“Un viaggio fatto insieme a dei campioni, ognuno dei quali ha dentro un mondo interiore ricchissimo.

Tutti quanti – Rosolino, Magnini, Brembilla, Bortuzzo – sono stati sorprendenti, hanno dato verità ai loro sguardi, hanno mostrato di avere tanto da raccontare. È una storia di finzione, con elementi di realtà dentro. La storia di una staffetta, in cui quattro ex campioni sfidano se stessi”.
In un certo senso, si tratta di una “staffetta” anche il suo ingresso nella fiction “Don Matteo”…

“In un certo senso sì: quello che conta davvero è portare avanti il messaggio che questa fiction porge, magnificamente, al pubblico. Per me, personalmente, era importantissimo rispettare Terence Hill, rendere omaggio a un attore che amo da sempre.

Stiamo facendo tante riunioni, insieme ai produttori e agli sceneggiatori, per capire il modo migliore, il più rispettoso per il pubblico, per entrare in una serie del genere”.

Nelle staffette dell’atletica leggera, c’è un momento in cui l’atleta alla fine della sua corsa e quello che inizia il tratto successivo si trovano a correre insieme. Ed è proprio questo che sembrerebbe dover accadere nel prossimo “Don Matteo”, la cui messa in onda è prevista nel 2022.

Come pensa di affrontare l’impegno, l’ingresso in una serie così iconica, così centrale nell’immaginario italiano?
“Cercherò di portare il più possibile del mio mondo interiore. Sto ancora cercando di capire tutte le sfumature del personaggio”.

In “Ultima gara”, racconta di una sua virata maldestra, che le ha cambiato la vita. Era a un soffio dal sogno, come campione sportivo.
“E’ vero: persi qualche frazione di secondo, e le mie ambizioni di carriera sportiva finirono.

Ma fare l’attore per me è un po’ come nuotare, immergermi in un’acqua che è quella delle vite degli altri, le vite che cerco di immaginare e che non sono riuscito a vivere. Il sogno di poter essere tutti quanti, quello che avevo da bambino”.

Fra poco festeggerà un compleanno importante. In cifra tonda. Ma nuota come Filippo Magnini. Come vive la sua età?
“Per me i quaranta sono stati gli anni più belli della mia vita, e insieme i più sofferti, con questo finale di sofferenza collettiva. Il prossimo agosto ricomincio da zero: anche se con un ‘5’ davanti! E poi, penso che dovremmo festeggiare ogni volta che si aprono gli occhi, e goderci ogni istante che viviamo”.

 

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