L’orizzonte muta
Cambia colore di continuo
E confonde la mia vista
Ombre diradanti
Soltanto
Affollano le pupille
Mentre nuvole si rincorrono
Come frementi amanti
E le foglie morte
Leggerissime
Cadono
Come giorni persi
Ci vorrebbe la quiete
In questo incessante moto
Vorrei un amore che non tremi
Che lavi i passati amori
Vorrei un’orchestra ed armonie celesti
Al posto del rumore
Ottuso ed opprimente
Delle rotaie lucide
E dei treni reboanti
Che trafiggono lo spazio
Che giungono e poi ripartono
Sempre
Il mio avvenire
Mi guarda da lontano
E un mio cenno aspetta
Nel vento i miei pensieri
Nel vento grigio di novembre
In un mattino senza sole
Mi avvicino a tutto
E per tutto provo pena
Soltanto a me
Perdono mai concedo
Evaporano
I miei pensieri evaporano
Per poi cadere in pianto
Sul mio torace stanco
Tremo ogni mattina
Come nell’istante della nascita
D’erba
I covoni sono mille
E poi covoni mille ancora
E all’orizzonte e fino al sole
Si perdono alla vista
Come puntini scuri
Smarriti nello spazio
Nacqui
Sul finire del giorno
Nacqui
Frettolosamente
(Foto dal web)
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