Un ‘atto liberatorio’ che speriamo non ci costi caro

di Michele Piras

Un “atto liberatorio”, lo chiamano i commentatori televisivi, questo inqualificabile mega assembramento dei tifosi dell’Inter a Milano, dopo la vittoria, con quattro giornate d’anticipo, del meritato scudetto.
Liberatorio perché hanno vinto dopo undici anni.
Liberatorio dopo un anno terribile come questo.
Comprensibile e umano, certo.
Se tuttavia penso che, giusto tre giorni fa, la Guardia di Finanza ci ha rimproverato la presenza di due clienti che consumavano una birretta all’aperto davanti al bar, l’unica sensazione è quella di una fortissima rabbia.
E c’è solo da sperare che questo atto liberatorio non crei conseguenze di carattere sanitario in quella città, tanto provata quanto tutto il Paese.
Perché forse vale la pena ricordarlo che non siamo ancora fuori dall’emergenza.
Forse.
Complimenti all’Inter per il successo, molto meno a coloro che hanno permesso questo spettacolo.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 5 persone, persone in piedi e attività all'aperto
*Immagine web

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