Un biglietto, una dedica e torna la magia del Natale

di Olivia Gobetti

Questa mattina pensavo a mamma, a questa Festa che lei preparava ogni anno con molta cura. Alla pasta fresca che, dopo aver lavorato con la farina e dieci uova (non una di meno), faceva asciugare su una grande spianatoia in legno sul tavolo di cucina. Ne faceva in quantità industriale perché la sfoglia doveva bastare sia per i tortelli con zucca e amaretti della Vigilia, che per i cappelletti in brodo, rigorosamente di gallina.

Una tradizione lombarda del pranzo natalizio cui non si sfuggiva. Pensavo al rito dell’albero di Natale al cui addobbo partecipavamo tutti. A papà, oltre a quello delle lucette colorate, spettava il compito di porre il puntale rosso in vetro sulla cima.

Alla fine, questo risultava essere sempre un po’ storto, ma lui, ogni volta, dava la colpa al ramo più alto dell’abete, e noi facevamo finta di credergli… pensavo ai regali che mamma nascondeva sempre nello stesso posto (uno sgabuzzino dove riponeva scope e detersivi), con la convinzione che mia sorella e io, non andassimo mai a controllare… pensavo che il Natale senza Mamma, non ha lo stesso sapore di una volta, e mentre questo pensiero mi stava inumidendo gli occhi, ho aperto una vecchia scatola di latta con gli angioletti natalizi impressi sul coperchio.

Un oggetto che soggiornava, inutile e immobile ‘ab illo tempore’, su una cassettiera del soggiorno. All’interno, ho trovato oggetti di varia natura, mischiati in modo disordinato. In primo piano, c’era un foglietto bianco. Poteva essere una vecchia ricevuta, uno scontrino di un acquisto o cento altre cose. Stavo per buttarlo, ma prima di gettarlo nel cestino della carta straccia, l’ho aperto e ho letto: “Infiniti auguri, tesoro, e un piccolo pensiero da Mamma”.
Ecco, mi sono detta. Adesso è davvero Natale. Anche per me.

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