Un Natale pieno di domande

DI FANTINO MINCONE

Cari amici, avevo pensato di scrivere una poesia per Natale, ma poi mi sono bloccato. Ho cominciato a chiedermi: a che serve? A chi serve? Cosa voglio comunicare? Devo scrivere frasi alate e commoventi… o semplici riflessioni? Sarà questa vera poesia o solo retorica? Così ho finito per mettere nero su bianco queste considerazioni, cariche di dubbi.
Per chi ha pazienza, ecco una lunga carrellata piena di perché.

UN NATALE PIENO DI DOMANDE

Forse perché la notte è avara
di stelle che, in questo mondo
imperfetto, preferiamo riempire
di tantissime luci il cielo vuoto?

Forse perché le nostre case
sono alienate che cerchiamo
di sistemare tante finte casette
ben sistemate nei nostri presepi?
Forse perché la crisi trasforma
i poveri con occhi tristi e spenti
che ravviviamo questa festa con
ricche luminarie e regali costosi?

Forse perché non esiste più
un retaggio di vera umanità
che a riscaldare Gesù ci sono
due animali: un asino e un bue?
Forse perché c’è chi ha scordato
il messaggio di pace del Natale
che continua a fare la guerra
procurando distruzione e morte?

Forse perché l’uomo ha perduto
il valore della povertà evangelica,
che dissipa la tredicesima con doni
spesso inutili… ma non è disposto
a spendersi per amore del prossimo?
Forse perché c’è chi non sente
il lamento dei bambini e le ansie
di tante famiglie senza futuro…
che attendiamo dalla venuta di Gesù
la consolazione per i più sofferenti
e assicurare loro giorni di serenità?

Forse perché certi uomini spietati
umiliano la dignità delle persone
che aspettiamo dal Natale la forza
di lottare all’infinito per la libertà?
Forse perché nel cuore dell’uomo
dominano sentimenti di egoismo
e di paura che l’Emmanuele dà
fiducia affinché in noi germogli
il seme dell’amore come fratelli?

Forse perché non sopportiamo più
i rumori assordanti di ogni giorno
e siamo afflitti dal caos delle città
che preferiamo rilassarci gustando
armoniose musiche di dolcezza?
Forse perché vogliamo coprire
il nostro vivere senza Dio che
lo andiamo a trovare in chiesa
nel giorno del suo compleanno?

Forse perché il Natale ci ricorda
una stalla che noi, odiando “l’odore
delle pecore”, addobbiamo le vetrine
con profumati prelibatezze culinarie?
Forse perché è troppo amara la vita
che profumiamo la festa con dolci
e prodotti tipici della tradizione?

Forse perché il freddo congela
i cuori che ci raduniamo con amici
e parenti in calde case agghindate?
Forse perché le famiglie sono piene
di problemi che chiediamo un aiuto
per crescere e far felici figli e nipoti?

Forse perché abbiamo bistrattato
la natura che adorniamo un “albero”
con tante decorazioni d’abbellimento?
Forse perché predomina l’ipocrisia
nei rapporti sociali che sentiamo il
bisogno di scrivere “sinceri” auguri?
Forse perché l’uomo cerca la felicità
ma ha riempito il cuore di falsi ideali
che non c’è più spazio per i sogni?

Forse perché parte dell’umanità
vuole sempre mettersi in mostra…
che il Re dei re nasce nella notte?
Forse perché la gente ha nostalgia
di cielo che attorno alla capanna
di Betlemme volano esseri angelici?

Forse perché l’umanità si sente
orfana della figura paterna che
ansiosa aspetta Babbo Natale?
Forse perché la culla è misera
che sono i Re Magi a insegnarci
a non fermarsi alle apparenze?

Forse perché siamo tormentati
da infiniti dubbi che aspettiamo
dal Natale altrettante certezze?

Forse la risposta è nella fede
o forse sta soffiando nel vento:
The answer is blowin’ in the wind!

Immagine tratta dal web

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