#Vaccini e Salute: vediamoci chiaro

di Cristina Piloto (biologa e nutrizionista)

All’inizio del 1900 in Italia l’aspettativa di vita era di soli 47 anni. Le malattie infettive erano la principale causa di morte.

Durante le prime decadi del XX secolo, la messa a punto di una lunga serie di misure di sanità pubblica, come per esempio lo sviluppo del sistema fognario, la clorazione dell’acqua, la scoperta degli antibiotici e le vaccinazioni, ha determinato un rapido declino dei decessi per patologie da infezione, e della mortalità infantile. E di conseguenza l’aspettativa di vita media è salita oggi a circa 80 anni, un incremento di ben 30 anni rispetto al 1900.

L’idea dei vaccini è semplice e allo stesso tempo geniale: insegnare al sistema immunitario a riconoscere il potenziale pericolo predisponendo le difese necessarie in caso di reale attacco.

Con il piano ad oggi stanziato, sono 12 le vaccinazioni che sono obbligatorie o fortemente raccomandate per l’iscrizione a scuola nella fascia 0-6 anni, ovvero per gli asili nido e le scuole materne.

Si tratta delle 4 ritenute fino ad oggi obbligatorie (antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e antiepatite virale B, antipertosse, anti haemophilus tipo B, antivaricella, anti morbillo, anti parotite), alle quali se ne aggiungono altre: l’antimeningococco B e antimeningococco C, anti pneumococco (fortemente raccomandate).
Purtroppo, c’è una buona fetta di popolazione che non ha ancora chiaro tutto ciò, e questo è estremamente triste, se non delinquenziale.

Talvolta lo scetticismo coinvolge anche terapie prescritte dai medici, attribuendo tale scelta agli effetti collaterali indotti, al business delle case farmaceutiche e all’inutilità della pratica. E sempre più spesso si vedono persone che si affidano a metodi di cura alternativi, con scarsa o nulla fondatezza scientifica, mettendo a rischio la propria salute e spesso quella dei loro figli.

Senza parlare del fatto che, a causa di una non corretta prassi vaccinale, viene messa a repentaglio la salute di quei bambini che non potendosi vaccinare (perché affetti da patologie gravi come la leucemia e sottoposti a cure che abbassano le difese immunitarie, o semplicemente allergici a componenti presenti nelle miscele utilizzate), possono contrarre malattie infettive, e sono magari costretti a non andare a scuola per evitare di prendere infezioni che potrebbero aggravare una situazione, in alcuni casi, già seriamente compromessa.

Insieme all’obbligo o alla forte raccomandazione, quindi, è necessario che lo #Stato si assuma il dovere, oltre che di offrire i vaccini gratuitamente, di informare in maniera adeguata facendo svanire le loro ingiustificate paure e di mettere in condizione tutti di essere vaccinati in maniera facile e sicura.

È vero che, come tutti i farmaci, anche i vaccini non sono esenti da rischi potenziali ed eventi avversi possono, seppur raramente, verificarsi a seguito della vaccinazione.

Tali effetti possono essere reazioni locali (infiammazioni con o senza coinvolgimento dei linfonodi regionali) o generalizzate (febbre, anafilassi) o organo-specifici (es. trombocitopenia, rash). Ovviamente devono essere presi in esame anche la gestione e la somministrazione del vaccino, le eventuali controindicazioni, la non appropriata considerazione degli avvisi e delle precauzioni, il mancato rispetto delle indicazioni d’uso, o prescrizioni, relative a numero di dosi e intervallo tra le medesime, infine gli errori nella somministrazione.

È da sottolineare però che gli eventi che si verificano più comunemente sono di lieve entità e dovuti alla risposta immunitaria al vaccino stesso, come febbre e malessere.

Il ruolo del medico è ora più che mai quindi, di fondamentale importanza, per contrastare fenomeni di diffidenza generalizzata, sempre più diffusi, instaurando un rapporto di fiducia continuativa con il paziente, capendo per quanto possibile, chi si ha davanti, e il modo migliore per portare avanti un percorso di prevenzione e/o terapeutico.

Dal 1796 – anno in cui Edward Jenner testò per la prima volta un rudimentale vaccino contro il vaiolo – ad oggi, sono milioni le vite salvate dalle vaccinazioni. In Italia tale pratica fu introdotta verso la fine del 1800 sulla spinta delle esperienze acquisite in Europa e nel nostro Paese con il vaccino contro il vaiolo e le ricerche sui batteri di Pasteur e Koch.

Per non parlare delle splendide parole di Albert Bruce Sabin, famoso per aver sviluppato il più diffuso vaccino contro la poliomelite: “i nazisti mi hanno ucciso due meravigliose nipotine, ma io ho salvato i bambini di tutto il mondo. Non la trovate una splendida vendetta?”.

Mai più attuale di ora è la discussione sui vaccini e sulla loro importanza.

La pandemia da sars cov 2 ha cambiato prima radicalmente, e poi in maniera più sottile, ma sempre in modo profondo il nostro modo di vivere.
Per certi versi ha insegnato però anche qualcosa, sebbene a caro prezzo: trascurare la #sanità, in particolare quella pubblica, e tralasciare la dimensione della salute, non paga.

Tutt’altro.

#vaccini  #sanità  #Stato

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