Venuto al mondo come un guanto rovesciato

di Andrea Melis

Io che sono nato
con l’anima di fuori
venuto al mondo come un guanto rovesciato
io che ho la sensibilità stesa sulla pelle
come un mantello di lividi intrecciati
io che poeta
sono oppositore permanente
dell’orrendo
ho la peste in bocca
le parole hanno un sapore orrendo.
Oramai urlo
mi squarcio il petto impazzito
urlo forte in macchina a finestrini chiusi
urlo al mare immenso che non riferirà il mio canti
urlo alla terra con la faccia buttata nella polvere.
Urlando canto la lingua primordiale
grido suoni che sento risalire dall’animo animale, riscopro il nostro alfabeto bestiale,
urlo per non essere complice
dei cacciatori di parole.
Non pronuncio più versi di bellezza né dolcezza
lascio tutto al silenzio nella speranza che nasconda e protegga quel che non dico,
perché non sia scovato, raggiunto e devastato
dalla guerra sporca
che fa ecatombe di parole
fatte schiave dai potenti
sfruttate dagli imbroglioni
stuprate dai bugiardi
messe in catene per servire i vizi dei traditori.
Non posso pubblicare libri di ruggiti
ma urlare è senza dubbio
la poesia più vera che mi riesce ora.

(Andrea Melis Parolaio)

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