Violenza sulle donne: una società complice e ottusa

DI MARIA RONCA

È un fatto all’ordine del giorno. La violenza meglio sbatterla fuori dai contesti, i fatti privati restano tali, per comodo e per completo menefreghismo.
Tacere, minimizzare e rimandare.

Ecco il risultato: l’escalation.
Tanti i sensi di colpa, la retorica e una montagna di stereotipi e comportamenti ripetuti, progetti che vanno a puttane, negli anni e nei secoli.
La violenza si nutre di ignoranza, di indifferenza, di paura, di circostanze e di tutto quello che non è prevenzione, educazione e intervento.

Le leggi e gli interventi le devono fare insieme a chi  lavora con queste tematiche, tutti i limiti e i rischi devono prevedere azioni mirate, percorsi e luoghi sicuri di ascolto e di contenimento dei rischi. Riconoscere i momenti di maggiore rischio è importante per il salvavita.

Il meccanismo che porta al passo successivo, perché poi al minuto, al secondo prima è un attimo.
Alle vittime di un fenomeno in crescita, paurosamente, abbandono e ricorrenze, alla famiglia un lungo e un doloroso calvario e ai colpevoli attenuanti e soggiorni premi.

Ma dove sta la Giustizia di casa?
Nè per strada Nè altrove.
È vittima di sè stessa.

Maria Ronca Sociologa

Immagine tratta dal web

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