DI LUCIA CASTELLETTI
(Professionista nel settore dei massaggi olistici)
Sicuramente ognuno di noi nel corso della vita, si è trovato a dover affrontare un momento difficile o un evento doloroso. Uno di quei problemi che ti tolgono il sonno e ti tengono col fiato sospeso.
Spesso, chi si trova di fronte a una condizione di grande difficoltà e crede di non avere soluzioni o vie di uscita, viene colto da un sentimento di profonda impotenza, un senso di risentimento e di frustrazione che porta in genere la persona, a scaricare la colpa della situazione su qualcos’altro o su qualcun altro, quasi a volersi scagionare istintivamente dell’incapacità di risolvere la questione. Soprattutto di fronte a un grave problema di salute, mi è capitato spesso, di sentire le persone reagire con la classica frase “Perché proprio a me? Ma cosa ho fatto di male per meritare tutto ciò?” E dare poi la colpa al destino ingrato, alla sfortuna che le perseguita, al gatto nero che ha attraversato la strada.
La mentalità materialistica con cui siamo abituati a convivere, porta in genere a pensare che tutto sia fine a sé stesso, che i problemi o gli eventi gravosi siano quindi solo scocciature, interruzioni, perdite di tempo e fonte di dolore immeritato e immotivato. La società contemporanea e il modello di educazione familiare attuale, inducono a mostrare un’immagine forte e sicura di noi stessi, a non mettere in mostra sentimenti ed emozioni, per non essere considerati deboli, e quindi vulnerabili, alle difficoltà della vita.
Per questo motivo, spesso in modo inconsapevole, ci costruiamo un “ruolo sociale”, divenendo persone determinate, indipendenti, capaci di affrontare qualsiasi impegno, anche a costo di annullarci completamente. Una grave malattia o un evento tragico possono creare a livello psicologico e materiale una rottura nel nostro quotidiano e una perdita di identità rispetto all’immagine che avevamo costruito, facendoci sentire improvvisamente indifesi.
In realtà, se siamo disposti ad uscire fuori da questo schema mentale e a guardare la vita con una visione olistica, ci rendiamo conto che un momento di difficoltà può diventare un nostro punto di forza. Dipende solo da noi, dal modo in cui vogliamo vivere la vita e quindi dalle nostre scelte.
In qualsiasi situazione infatti, abbiamo sempre diverse opzioni: possiamo continuare a sentire il problema insormontabile, a piangerci addosso, a lamentarci e magari chiuderci al mondo, oppure mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi e lasciare che gli eventi facciano di noi quello che vogliono, altrimenti, possiamo scegliere di guardare il problema con coraggio, accettarlo e decidere di cambiare il modo di percepirlo.
Questo permetterà di affrontare la situazione da un altro punto di vista, offrendoci la possibilità di ribaltare le circostanze trasformandole in un’opportunità. Ogni situazione ha sempre un rovescio della medaglia. Dove c’è il male c’è anche il bene, sta solo a noi decidere di guardare ambedue i lati. Viviamo nella “dualità”, per cui, non possiamo sapere cos’è la gioia se non proviamo prima la tristezza e non siamo in grado di percepire il benessere se non viviamo anche il dolore.
La dualità è necessaria per sperimentare la vita, per metterci alla prova e quindi imparare, crescere emotivamente, far emergere la nostra vera natura, farci conoscere le nostre debolezze, ma anche i punti di forza, per comprendere veramente chi vogliamo essere. Guardando gli eventi della vita con questa visione olistica, possiamo immaginare di vivere in un grande campo scuola, dove i problemi non sono altro che i nostri insegnanti. Quindi, accogliere qualsiasi dispiacere, anche il più grave, può essere naturale e giusto per noi, poiché sappiamo che ci capita ciò di cui abbiamo bisogno per il nostro progresso.
Ad ogni problema superato si aggiunge un gradino nella scala della nostra consapevolezza e della nostra crescita interiore. Come dice Fiorella Mannoia in una delle sue meravigliose canzoni: per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta, per quanto sembri incoerente e testarda, se cadi ti aspetta.
Il dolore ha la capacità di mettere a nudo le fragilità e di farci ritrovare una dimensione di vita più umana, ma soprattutto di far emergere il nostro bisogno di essere amati. L’amore è un nostro diritto, poiché fa parte della nostra natura. Spesso le persone che ci appaiono fredde, sarcastiche e di mentalità rigida, lo sono diventate proprio a causa di un vissuto sofferto che le ha segnate interiormente e, per istinto di difesa, si sono costruite una corazza di protezione. In realtà, dietro tale durezza celano una ferita profonda e una grande debolezza, cioè l’incapacità di chiedere aiuto e di manifestare il loro bisogno di amore. Queste persone non sono riuscite attraverso le esperienze della vita a maturare tale consapevolezza, permettendo agli eventi dolorosi di rinforzare oltremodo il loro muro di protezione.
Ho sentito più volte le persone dire: “Sento di vivere una vita che non mi appartiene” oppure, “Mi sembra di vivere in un mondo che non riconosco”. Questa è la sensazione che ci pervade quando cominciamo a renderci conto che stiamo vivendo come se fossimo gli attori di un film e stiamo recitando una parte nel copione della nostra vita, cioè stiamo vivendo solo secondo i dettami comuni e convenzionali, secondo il programma sociale e il modello familiare, secondo ciò che è giusto fare o come pensiamo che gli altri vorrebbero, ma quasi mai assecondando le nostre passioni, le nostre attitudini, i nostri sogni.
L’operatore olistico, attraverso un percorso di trattamenti specifici, può aiutare la persona a recuperare una adeguata stabilità emozionale, adottando diversi approcci a seconda delle situazioni. Riportando in equilibrio emozioni forti e contrastanti, può trasformare un momento di grande difficoltà in un’occasione di risveglio della coscienza e di crescita interiore, aiutando la persona a vedere il “rovescio della medaglia”, ossia il lato positivo di ogni situazione. Oppure, ristabilendo un adeguato collegamento mente-corpo, l’operatore porterà a far riaffiorare emozioni, debolezze e fragilità nascoste, per condurre la persona ad acquisire la consapevolezza del ruolo che ha nella propria vita, e a far emergere la sensazione di appagamento che si ha quando si decide di vivere al di fuori degli schemi e secondo la propria individualità.
Si è tendenzialmente bravi a dare consigli o a giudicare le situazioni altrui, ma quando si tratta di noi, sembra che i problemi siano di entità sempre superiore a qualunque altro e che nessuno possa soccorrerci. In realtà bisogna solo essere disposti a mettere in discussione le proprie convinzioni, ad aprire il cuore e a tendere una mano verso chi può aiutarci. Niente è impossibile, lo diventa perché siamo convinti che lo sia.
- Quella bambina - 19 Maggio 2025
- La voce della notte - 19 Maggio 2025
- Frammenti - 19 Maggio 2025