William Adolphe Bouguereau- La Pietà

DI ROBERTO BUSEMBAI

Era il 19 Luglio del 1875 e Georges, all’età di sedici anni, il figlio maggiore del Maestro Adolphe Bouguereau, moriva e per diversi mesi, quasi un anno, l’artista fu sopraffatto dal suo dolore.

Poi per dare una motivazione al continuare della sua vita, si tuffò con anelata passione e determinazione alla pittura nell’intento di poter esprimere con la sua arte il suo dolore, il suo sentimento e rendere commemorazione al figlio e alla sua vita perduta.

Ci sono documenti, i suoi quaderni, che testimoniano quel periodo fatto di ricerche affannate, nervosi disegni, gettiti di immagini e paesaggi alla ricerca di una Pietà che esprimesse in pieno tutta la profondità d’animo.

Bouguereau era quasi alla soglia della pazzia, poi improvvisamente, la luce, l’ispirazione, il genio era pronto, e su un enorme tela in soli due mesi il miracolo era avvenuto.

La Pietà di Bouguereau fu presentata al Salon di Parigi nel 1876 e la critica pare avergli dato buoni elogi, anche se la sua pittura al tempo non ricevesse favori, era considerata, data la sua eccellente bravura, senza sentimento, una pittura perfetta, “troppo perfetta” da fotografia, fatta esclusivamente per evidenziare la tecnica ma priva di attrazione del cuore.

Fortunatamente poi, anche tramite Dalì, l’artista sarà preso in considerazione e finalmente apprezzato per la sua magistrale capacità di imprimere la realtà in ogni suo aspetto anche e soprattutto quello interiore.

Quello che subito impressiona in questa tela, è la Vergine, ma direi la madre, che con un gesto particolare di stretta a se del corpo del figlio, riesce a entrare nel cuore e nell’animo di quel profondo dispiacere e dolore che prova.

Un dolore unico e immenso che solo una madre può conoscere, che solo una madre non dovrebbe conoscere! E quello sguardo, diretto verso chi guarda il quadro, uno sguardo che urla “perche?” con gli occhi arrossati e le lacrime che scendono non sentite a fiotti. E quanti “perchè?” sentiamo adesso ancora gridare?

La veste è nera o blu profondo, a sottolineare il suo eterno lutto interiore, un abbraccio ancora più forte, prima di dovere adagiare quel corpo inerme in un chiuso sacrario e non poterlo più rivedere, perchè quel Cristo raffigurato è già pulito dalle ferite e dal sangue perduto, è un bianco e freddo corpo di morte che risalta sulla veste citata.

In basso la brocca e il telo che sono serviti per pulirlo e in evidenza con la sua perfetta e precisa rappresentazione pittorica, la corona di spine a rappresentare “l’arma” della morte e del male, una corona di spine che pare pungerti se potessimo avvicinarci a toccarla, una corona di spine che adesso non occorre toccare, per provarne il dolore.

Gli angeli a contorno, figure ognuna nei propri gesti e pensieri che sono a ricordare la giovane vita del Cristo, ma sopratutto per Bouguereau la giovane vita di suo figlio.

Immagine web: Adolphe Bouguereau – La Pietà

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