Zoagli, una storia d’amore senza fine

DI FRANCO FRONZOLI

Vi spiego:

si può amare un paesino , come amare una donna, bisogna solo comprenderlo, camminare con lui, guardarlo quando il sole sorge e quando le stelle lo illuminano.

Mi sono innamorato di Zoagli, tantissimo tempo fa, tanto che mi sono convinto di averlo sposato.

Una unione o convivenza, non cambia niente, ciò che invece importa è che fra noi, (paese e cittadino), non vi sia stata, mai una lite, un dispetto, un tradimento.

Ci siamo amati, così,  passando delle notti insieme, seduti su uno scoglio per “ rimirare “ il mare, nel tentativo di contare le onde che si susseguivano, percependo quell’odore di salino, guardando il rimbalzare di qualche sasso nell’acqua.

Acqua pulita, splendente, che pareva si potesse parlare con i pesci, salutare qualche barca in partenza.

Stringere la mano a un pescatore amico, che partiva e sarebbe tornato per rinnovare il pescato della sua “ pescheria “ .

Poi, con calma,  ci recavamo nelle sue frazioni, da Sant’ Ambrosio a Semorile sino a San Pietro di Rovereto.

A volte, si incontrava una volpe, un frettoloso saluto ed ognuno per la sua strada .

Guardavamo l’immensità, il panorama che lasciava nelle pupille una immagine sempre diversa.

Un passaggio, anzi più di uno dalla “ Baica “ , il locale notturno di “ Ghigo “ , con la identificazione di qualche “ strano o straniero “ .

Quando la notte era lunga, si aspettava che Graziano aprisse la sua latteria per consumare il solito cappuccino e la brioche.

Poi l’ultima passeggiata, sul levante, per osservare quello che mi sarei portato con me, ed avrei depositato nei sogni.

Ci salutavamo, la mia Zoagli ed io, dandoci appuntamento per qualche altra notte da trascorrere insieme,  sempre con lo stesso entusiasmo, con il più profondo amore.

Amo Zoagli, amo questa città e come mi fa vivere, ed era giusto, lo sapesse.

Immagine tratta dal web

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