L’enorme piaga sociale chiamata violenza

DI MARIA RONCA

La violenza è una piaga sociale che si diffonde per imitazione e per mancanza di dialogo e di rispetto.
Ogni effetto è frutto di un sentire distorto, specchio di comportamenti e di atteggiamenti insiti nella natura dell’uomo che tratta l’altro, come un oggetto, punto e basta.

Nella mente non vede la donna, ma parti di donna. Nella visione di un istinto animalesco ci si arroga un diritto di concesso alla proprietà che non ha.
Nel caso di specie, palpare una giornalista è un fatto “ritenuto normale”. Una gestualità che la dice lunga sul concetto di rispetto e di cultura.

Davanti a una telecamera che registra tutto quello che accade realmente a tutti i livelli: chi abusa, chi giustifica, chi fa finta di niente e chi minimizza.
Solo che ora non possiamo fare finta di nulla e a buoni conti fatti, abbiamo tanto da fare e, non basteranno convegni e giornate dedicate a risolvere la questione, che da anni si trascina e fa più morti, per cause naturali o per incidenti.

Il recupero alla umanizzazione parte dalla consapevolezza che, una mentalità si trasforma nel tempo e nello spazio, compiendo uno sforzo umano collettivo e di impatto, attingendo a professionalità che operano fuori dai contesti e che sono destrutturati e cancellati dall’organico, un prezzo troppo alto se, non si corre ai ripari.

Ai tavoli ritorniamo a parlare, non attraverso formule di talk show televisivi, ma tra esperti e attuiamo la rivoluzione culturale e lavoriamo sulle dinamiche che persistono nel rapporti umani e che generano psicosi, malattie e devianze.
Prima della soluzione c’è bisogno di una diagnosi.

Per quella ci vogliono lavoratori stabilmente presenti e organizzati.
Altrimenti saremo in balia di “follie umane” fuori controllo che, sinceramente non possiamo più permetterci.
Maria Ronca, Sociologa

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