“π—–π—Όπ˜€’e’𝗰𝗿𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲” Silloge di Enrico Salvagno (Erry)

DI LAURA RUSSO

‘π—–π—Όπ˜€’e’𝗰𝗿𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲’
Silloge di Enrico Salvagno (Erry)

I motivi per cui si pubblica sono tanti, per lasciare un segno, perchΓ© si vuole intraprendere una carriera letteraria, per veicolare un messaggio, per raccogliere fondi a fini benefici o semplicemente per realizzare un sogno.

Le sillogi pubblicate da Erry lasciano un segno non solo per la bellezza dei versi e delle emozioni che regalano a chi legge, ma perchΓ© racchiudono molti dei motivi che ho elencato sopra e tutti con un comune denominatore la voglia di donare.

La fede che riempie la propria vita donando a sΓ© stesso serenitΓ , decide di farsi scritto e donare all’altro.
Tre le sillogi pubblicate, 𝑳’π’‚π’Žπ’π’“π’† Γ¨ π’Šπ’ 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒉e’, 𝑰𝒏𝒄𝒂𝒏𝒕𝒐 𝒅’π‘¨π’π’Šπ’Žπ’‚, π‘ͺ𝒐𝒔’e’ 𝒄𝒓𝒆𝒅𝒆𝒓𝒆 tutte con un fine unico, donare.

Quello che stupisce nei suoi scritti Γ¨ la capacitΓ  di parlare, analizzare emozioni con una tale capacitΓ , entrando nei meandri dell’animo umano in modo diretto, che lascia sconcerti se si collega quella penna alla giovane etΓ  dell’autore.

Nell’ultima silloge “π‘ͺ𝒐𝒔’e’ 𝒄𝒓𝒆𝒅𝒆𝒓𝒆” affianca ad ogni poesia uno scritto, alternando le varie emozioni dell’anima in modo nuovo, mai ripetitivo in una alternanza che personalmente ho trovato affascinate e stimolante.

Una giovane vita attraversata da pesanti dolori, riesce ad attraversare la tempesta, divenendo strumento d’amore per chi lo avvicina.

Una grande cultura letteraria alla base della sua vita che ama condividere con gli altri generosamente, il suo sapere non cambia il modo di confrontarsi con gli altri, nessuna supponenza tipica, a volte, del sapere, ma una umiltΓ  che sorprende e avvicina in modo nuovo i grandi del passato al nostro tempo.

Le poesie contenute spaziano da quelle concentrate nel tirare fuori qualcosa rimasto intrappolato nell’anima, intime e profonde a quelle dedicate alla fede per Dio, a situazioni di vita e all’amore nelle sue varie forme.

Mi piace concludere, con una nota scritta da Erry, che trovo di grande insegnamento e di cui faccio tesoro: “π‘‡π‘’π‘›π‘”π‘œ π‘ π‘‘π‘Ÿπ‘’π‘‘π‘‘π‘’ 𝑙𝑒 π‘π‘œπ‘ π‘’ 𝑑𝑖 𝑒𝑛 π‘‘π‘’π‘šπ‘π‘œ π‘π‘œπ‘šπ‘’ 𝑠𝑒 𝑖𝑙 π‘π‘Žπ‘ π‘ π‘Žπ‘‘π‘œ π‘“π‘œπ‘ π‘ π‘’ 𝑒𝑛 π‘šπ‘Žπ‘’π‘ π‘‘π‘Ÿπ‘œ.
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Immagine tratta dal web

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