Nell’anno della pandemia le frodi allo Stato ammontano a 15 miliardi di euro: cifra record che mette in evidenza il disagio sociale dei nostri cittadini.
Ancora oggi esistono categorie di professionisti e funzionari pubblici che si coalizzano contro la legge, truffando lo Stato in ogni modo possibile.
Ci sono i falsi invalidi, i cittadini che pur non avendo titolo percepiscono il reddito di cittadinanza, quelli che incassano la pensione dei parenti morti.
Ci sono i medici che lavorano nel settore privato pur risultando in servizio in una struttura pubblica e i funzionari pubblici infedeli che prendono tangenti per agevolare le imprese nell’aggiudicazione degli appalti.
Ci sono i “finti poveri” che riescono ad ottenere tutti i bonus previsti pur avendo un reddito largamente superiore a quello minimo.
I furbetti rappresentano il polmone marcio del nostro Paese ed è una categoria che non conosce estinzione: un’arte tramandata sapientemente che creerà falle sempre più consistenti all’interno della burocrazia amministrativa italiana.
Noi restiamo a contare i miliardi e, nel tanto, c’è chi ne beneficia. Ingiustamente.
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