Le dita del vento
passano su cumuli di polvere,
sollevando nell’aria
ceneri che danzano.
Ho abbassato la maschera
fino a scoprire gli occhi,
attimi di eternità,
silenzio martellante nelle orecchie.
Resto fermo, caparbio,
corpo e mente
senza linee di confine,
connesso ad una corda invisibile.
Ho la mente snebbiata,
rumore solitario
nella guizzante fiamma.
Ritorno bambino
e ne mantengo il ricordo,
tappandomi le orecchie.
Non voglio più sentire
il frastuono della vita.
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