L’estate – quand’ero ragazzo – aveva per la mia gente un rito di chiusura costituito dalla vendemmia: faceva da cerniera simbolica fra la bella stagione e il nuovo inverno.
Ricordo le prime serate fresche e l’odore del mosto nell’aria. Per me, che allora non avevo conosciuto altri mondi, quello era tutto il mondo. Ed è per questo che, pur non piacendomi affatto, lavoravo con passione.
Mi avevano insegnato – in questo la cultura contadina è fortissima – che il destino non si sceglie ma capita, come capita la grandine quando distrugge i raccolti.
Nella nostra quotidianità malata, oggi, quando la cultura contadina è scomparsa, sarebbe necessario riandare con la mente al suo universo simbolico fatto di terra e di stagioni, di cicli naturali e di solidarietà nel dolore.
Non so perché: sarà a causa di una raffica di vento fresco sul volto, stamattina, ma mi sono ricordato della vendemmia e delle cantine della mia prima giovinezza.
A DIONISO
Radici sofferenti d’arsura
Nell’estate che avvampa
Rivoli di sudore
Sotto tralci verdastri
Le mie ore più belle
Sotto tralci verdastri
Di radici
Sofferenti d’arsura
Ignare
Chicchi bruciati
Maturati
Polposi
Quando l’estate finisce
Il timor della grandine
Rimane
Splende l’autunno
Nei chicchi indorati
E raccolti
Da mani rugose
Si celebra
Degli orizzonti arancioni
Si celebra
L’aria frizzante che viene
Solitari viottoli
E stradine fra campi
Odore di mosto e cantine
L’eredità del sole d’estate
Nelle pigne
Come mammelle
Gonfie di latte
Raccolta
Della terra
Il tumulto nascosto
La forza del sole più intenso
In botti e bottiglie
Seminascoste dall’ombra
L’autunno stilla il suo odore
Nell’aria impregnata
Di facile ebbrezza
Colorata l’ebbrezza
Dalle sfumature del bianco
E del sangue
Nel prossimo inverno
Porterà
Il ricordo del sole
Dell’estate passata
Il frutto
Dell’estate passata
Sul mondo
Grandina ora l’angoscia
Come sempre
L’angoscia
Grandina ancora
Ma verso l’alto
Evapora ora
Col vino
Evapora ancora
Nell’oblio
E la terra svanisce
Verso la felicità di una sera
Una felicità a buon mercato
Intensa e bruciante
Come il sole
Dell’estate passata
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