Noi che negli anni ’70 seguivamo ‘Canzonissima’

di Enzo Mauri (speaker radiofonico e scrittore)

Il 1971 iniziò per i lettori di Sorrisi e Canzoni Tv, (poi mutato nell’attuale Tv Sorrisi e Canzoni) con la copertina di Corrado Mantoni (1924-1999) e Raffaella Carrà (1943) che auguravano buon anno a tutti. I due venivano dal successo di Canzonissima ‘70. Entro pochi mesi avrebbero trionfalmente condotto la nuova edizione.

Già in Canzonissima ’70 gli spettatori avevano potuto apprezzare il grande affiatamento dovuto alla profonda amicizia tra Corrado e la giovanissima Raffaella, reduce dal varietà del sabato sera Io Agata e Tu. Nell’edizione 1971 la coppia venne affiancata da Alighiero Noschese (1932-1979).
Noi che seguivamo Canzonissima con passione, ricordiamo bene la celebre sigla Chissà se va, e la frase del testo:” Forza ragazzi spazzola e chi ci fermerà?” accompagnata dal gesto della mano sulla spalla.
Il brano scritto da Castellano (1925-1999), Pipolo (Giuseppe Moccia, 1933-2006) e Franco Pisano (1922-1977) scalò subito la classifica italiana arrivando al secondo posto.
Senza dubbio la kermesse canora stava vivendo nei primi anni ’70 il suo momento migliore, trascinata dal prolifico mercato discografico italiano. L’edizione 1971 in 13 puntate fu trasmessa da ottobre, fino alla tradizionale data del 6 gennaio.
E infatti anche Canzonissima 1971 fu abbinata alla Lotteria di Capodanno (ora Lotteria Italia). Il 6 gennaio venivano estratti i tagliandi milionari abbinati alle canzoni prime classificate, votate dal pubblico con le apposite cartoline, vendute assieme ai biglietti.
Ai voti da casa, andavano aggiunti quelli delle tre giurie in sala: quella composta di sole donne, uomini e giornalisti. Quanto ai biglietti della lotteria, costavano 500 lire l’uno, il primo premio era di 150 milioni.
Quell’anno a Canzonissima dopo le varie fasi eliminatorie, vinse Nicola di Bari (1940) con Chitarra suona più piano, secondo classificato Massimo Ranieri (1951): Via del conservatorio, seguito da Iva Zanicchi (1940): Coraggio e Paura.
Completavano la top ten al quarto posto Orietta Berti (1943): Città Verde, a seguire Claudio Villa (1926-1987): La cosa più bella, Mino Reitano (1944-2009): Ciao vita mia, Rosanna Fratello (1951): Sono una donna non sono una santa, Ornella Vanoni (1934): Il tempo di impazzire.
Il pubblico non si era ancora ripreso dallo scandalo destato dall’ombelico mostrato l’anno prima, che la Carrà tornò alla carica a Canzonissima ’71 con il sensuale ballo del Tuca Tuca, ideato da Don Lurio (1929-2003) e scritto da Gianni Boncompagni (1932-2017) e Franco Pisano. La showgirl lo propose nella puntata del 13 novembre 1971, assieme a Enzo Paolo Turchi (1949).
Specchio dell’epoca, i dirigenti Rai intimoriti dalla sensualità del ballo, pretesero delle inquadrature con i ballerini girati di tre quarti, affinché fosse evidente che non venissero toccate altre parti “intime”.
Ed ecco arrivare nella storica puntata del 27 novembre, Alberto Sordi (1920-2003) esibirsi anche lui nel Tuca Tuca, assieme a Raffaella Carrà da cui era indubbiamente affascinato.
L’attore romano era già stato ospite dell’edizione precedente di Canzonissima, dove si era mostrato piuttosto critico nei confronti della tv di Stato, accusata d’essere troppo bigotta.
Altro autentico mattatore dell’edizione 1971, Alighiero Noschese propose una serie scenette, dove mostrava le sue straordinarie capacità d’imitatore.
Fra le imitazioni proposte quella di Piero Angela nel ruolo di divulgatore scientifico. Lo sketch (nel video) parlava dell’allora epidemia influenzale asiatica, molti termini appaiono di drammatica attualità. Fa sorridere la battuta: “L’Italia non produce virus influenzali ed è costretta ad importarli dall’estero”.
Canzonissima 1971, raggiunse un gradimento record con la media di oltre 25 milioni di telespettatori a puntata, impensabili al giorno d’oggi, che la rendono uno dei programmi televisivi più visti in assoluto degli anni ’70.
*Immagine web

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